meriti sicuramente il plauso unanime perché hai raggiunto un risultato mai ottenuto prima: l'Europa dei mercanti si è accorta che la Sardegna è un'isola. Anzi. L'Europa è un continente formato anche da alcune Isole. Sei stato anche sincero nello spiegare che questa risoluzione è solo una presa di posizione, una richiesta di buoni intenti che l'Europarlamento demanda alla Commissione.
Non vorrei sembrare eccessivo, ma a mio modesto vedere questa votazione è l'immagine degli uomini in catene, tenuti a pane acqua, che ricevono la promessa di clemenza e libertà in attesa del pronunciamento degli schiavisti. Non posso rallegrarmi di questa notizia quando in Europa si legifera contro gli interessi nazionali e della nostra gente. Dai mari, con norme che favoriscono sempre più le multinazionali a scapito delle nostre realtà costituite da piccole imprese (tema che tu stesso hai toccato in passato) alla decisione d'importare sempre più olio senza dazi doganali dalla Tunisia, dal maggior export di pomodori dal Marocco al rinnovo della sanzioni alla Russia. Decisioni prese sopra la nostra testa, con l'Inghilterra che si avvia velocemente ad un referendum in cui si deciderà se restare o no in questa Europa di burocrati. L'Europa importa, senza dazi, maggiori quantità di olio dalla Tunisia per combattere le disoccupazione? Finalità giusta, ma considerato che in Sardegna c'è una delle più alte percentuali di disoccupazione giovanile, l'Europa ha forse deciso di agevolare i nostri produttori?
Le sanzioni alla Russia sembrano irrilevanti in Sardegna. Un fatturato di circa 2 milioni di euro, quasi 3, in costante crescita. Per colpa delle sanzioni, la Russia ha rinunciato a costruire un gasdotto per il quale aveva ricevuto una commessa la Saipem che ad inizio anno ha annunciato, complice quella perdita, centinaia di esuberi e perdite per milioni. E la Saipem dove ha uno stabilimento produttivo? A Tortoli, esattamente ad Arbatax. Erano state annunciate decine di assunzioni, ora si annunciano gli esuberi.
La Corsica ha da poco annunciato la volontà di costruire una propria flotta navale, per garantire una propria continuità marittima. Vi ricordate come l'Europa sanzionò la Saremar, costringendola alla restituzione di 10 milioni di euro per aiuti alla libera concorrenza? Non parliamo dei temi legati all'energia, con i nostri governanti intenti sempre a dover andare a mendicare che la Ue ci permetta di concedere tariffe meno esose alle nostre industrie per non ledere questa intoccabile libera concorrenza. C'è da chiedersi, ma veramente le regole sono uguali per tutti e in tutti i settori? Ho l'impressione, invece, che semplicemente non siamo più padroni in casa nostra.
Non vorrei più sentire la favola dell'Europa che ci regala i soldi che non riusciamo a spendere. L'Italia contribuisce al bilancio dell'Europa con 19 miliardi. Non vorrei sentire più parlare dell'Europa che ci ha regalato la pace. Basta sapere che in una provincia dell'Ucraina, sconosciuta ai più, chiamata Donbass, milizie massacrano civili ucraini con la sola colpa di essere filorussi. ;Non vorrei più sentire parlare di Europa solidale. Con chi? Coi migranti? Ogni Stato ha deciso per conto proprio, come previsto e la famosa distruzione dei profughi è stata un flop. Il problema è rimasto all'Italia e a noi tutti. Invece di spendere soldi per ricostruire, per esempio, le case dei siriani (come sta facendo la Fondazione di Alleanza nazionale a Maloula), spende per finanziare operazioni che portino altri immigrati o chiude gli occhi sulle operazioni militari di paesi Europei in paesi in cui operano strane cellule terroristiche.
Quest'Europa è una prigione. Dovremo ringraziarli per averci concesso la libertà di spendere i nostri soldi per garantirci un servizio di trasporto aereo efficiente. Che bella libertà. Mi spiace, purtroppo non riesco ad esultare per il tuo bel risultato. La mia libertà sarà quando questa Europa crollerà e vedrà trionfare l'Europa dei popoli e delle nazioni.
Salvatore Deidda – Coordinatore regionale di Fratelli d'Italia
(admaioramedia.it)
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