Niente benedizione di Pasqua per la scuola “Antonio Gramsci” di Decimoputzu. La preside Limbania Rombi ha invocato il “rispetto verso gli alunni che professano confessioni differenti” (una decina) ed ha impedito al parroco, don Gian Marco Casti, di entrare nelle classi per portare a compimento l'antica tradizione della Chiesa, che attraverso la benedizione intende portare la pace nelle case, nelle scuole e nei luoghi di lavoro.
“Questa ‘moda’ secondo la quale per rispettare una religione bisognerebbe rinunciare alla propria o cancellare le tradizioni e la cultura di un popolo è dannosa, alimenta le tensioni anziché mitigarle e fa avanzare quel nulla che è terreno fertile per ogni intolleranza”, ha scritto sulla sua pagina facebook Ugo Cappellacci, consigliere regionale di Forza Italia. “Siamo arrivati all’assurdità che la pratica di una tradizione nostrana viene considerata offesa ad un’altra – ha aggiunto l’ex Governatore – E’ il massimo livello di intolleranza, quella verso sé stessi. A furia di inneggiare al ‘jesuisqualcunaltro’ e al ‘boldrinismo’ esasperato ci stiamo dimenticando chi siamo noi. Solo chi rispetta la propria identità ha la sensibilità per rispettare quella altrui”.
Anche Fratelli d’Italia ha espresso il suo disappunto per l’azione della dirigente scolastica: "Una decisione sbagliata, negando le nostre radici e la nostra cultura non si aiuta la convivenza ed il rispetto reciproco, ma si rischia di alimentare un clima di odio e intolleranza. Cosa ci può essere di offensivo in una benedizione o in una preghiera? Il comportamento della dirigente è stato doppiamente errato, sia nei confronti dei cattolici che dei musulmani”, ha commentato Salvatore Deidda, coordinatore regionale del partito. (red)
(admaioramedia.it)