“Alla ricerca dell’anima” è il titolo che Paola Tola ha scelto per la sua prima esperienza nel campo della narrativa. Una scelta che si rivelerà appropriata quando il lettore giungerà all’ultima pagina di questo romanzo per più versi suggestivo e che disvelerà il pieno significato di un sottotitolo che appare programmatico: “Sulle tracce dei Doria in Sardegna: storia e memoria familiare”.
Come recita il sunto che accompagna l’opera (self-publishing su Amazon), “Alma è una studentessa di origine sardo-brasiliana che per onorare la memoria di suo padre decide di scrivere una tesi di laurea sulla Sardegna. La scelta di scrivere proprio nell’isola la catapulterà nel tempo, facendole scoprire il valore dei ricordi familiari”. Questa breve e felice sintesi rappresenta il canovaccio sul quale l’Autrice intesse la propria storia personale proiettandola in un più vasto disegno che si rivelerà come un viaggio tra passato e presente. Un passato che l’Autrice insegue sulle orme lasciate da tradizioni che riverberano un periodo storico dilatato oltre i reali confini cronologici.
Un periodo popolato di personaggi realmente vissuti che Alma cerca di collocare entro una cornice meno incerta di quella tramandata dalle leggende. E per riuscire nel suo scopo la studentessa intraprende quella che rappresenta una classica ‘ricerca sul campo’. La vicenda è ambientata nella Sardegna settentrionale dove l’antica famiglia genovese dei Doria – alla quale si rivolge l’indagine storica di Alma – tra la metà del Duecento e la metà del Quattrocento possedeva dei vasti territori. Il fulcro della vicenda narrata è propriamente l’antica regione storica dell’Anglona nella quale i Doria avevano il proprio caposaldo nel borgo di Castel Genovese, oggi più noto come Castelsardo. Spesso delle storie – specialmente di quelle personali – si conosce l’inizio ma quasi mai è dato sapere quale sarà il loro epilogo. Ed è su questo orizzonte incerto che l’Autrice imposta la trama del suo racconto svolgendolo su un duplice piano narrativo. Da un lato un primo filo segue il programma iniziale rappresentato dalla ricerca storica che, lungo il suo percorso, avrà degli sviluppi inattesi quando i dati reali che emergono dai documenti faranno chiarezza su certe parti del racconto popolare che non sempre si rivelano attendibili. Dall’altro lato, Alma per raggiungere il suo obiettivo vive necessariamente nel presente che costituisce l’altro piano del racconto. Ed è questo secondo piano che, insieme alla protagonista, coinvolge il lettore e lo spinge a seguire un’altra storia, quella di Alma appunto.
Anche lei, come un tempo i Doria, fissa la propria base a Castelsardo dove vivono ancora alcuni suoi parenti. In particolare la nonna paterna le sarà di guida nel suo viaggio a ritroso, alla riscoperta di sensazioni e ricordi ormai sbiaditi della propria fanciullezza trascorsa nei carruggi del borgo medioevale. Ma la persona che domina questa fase del racconto è un giovane del posto che, essendo un esperto del territorio, le sarà di grande aiuto nelle escursioni ai luoghi e agli edifici un tempo abitati dai Doria. Le frequenti uscite con la sua guida, sempre affabile nei suoi riguardi, le offriranno più di una occasione per conoscere il territorio con i suoi antichi monumenti e le sue leggende procurandole la sensazione di vivere in un altro tempo, tra sogno e realtà, magia e mistero. Ma soprattutto le faranno vivere delle forti emozioni che coinvolgono tutto il suo essere, creando infine un inatteso sentimento tra i due giovani. Sentimento che sboccia delicatamente come delicate sono le parole con cui l’Autrice riesce ad esprimere e ambientare le sensazioni che la protagonista prova in questa storia. Storia che stavolta non riguarda il passato ma il presente che, purtroppo, trascorre inesorabile. Il rientro in Brasile è velato di malinconia ma non è detto che non abbia un seguito. Vedremo. (mm)
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