“Contrariamente alle critiche lanciate e a quelle prevedibili, la rivoluzione cucinaria futurista, illustrata in questo volume, si propone lo scopo alto, nobile ed utile a tutti di modificare radicalmente l’alimentazione della nostra razza, fortificandola, dinamizzandola e spiritualizzandola con nuovissime vivande in cui l’esperienza, l’intelligenza e la fantasia sostituiscano economicamente la quantità, la banalità, la ripetizione e il costo. Questa nostra cucina futurista, regolata come il motore di un idrovolante per alte velocità, sembrerà ad alcuni tremebondi passatisti pazzesca e pericolosa: essa invece vuole finalmente creare un’armonia tra il palato degli uomini e la loro vita di oggi e di domani. Salvo le eccezioni decantate e leggendarie, gli uomini si sono nutriti finora come le formiche, i topi, i gatti e i buoi. Nasce con noi futuristi la prima cucina umana, cioè l’arte di alimentarsi. Come tutte le arti, essa esclude il plagio ed esige l’originalità creativa..” Così comincia il libro “Cucina Futurista”, scritto nel 1932 dal fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, insieme all’aeropittore Fillìa (pseudonimo di Luigi Colombo).
Perché Marinetti, oltre ai vari Manifesti futuristi, della pittura, della letteratura, della musica, della scultura lanciò anche un “Manifesto della cucina futurista”, dove lanciava un sasso nello stagno del conformismo culinario considerando la pastasciutta “assurda religione gastronomica italiana” di cui auspicava l’abolizione. Un libro da leggere d’un fiato, che va oltre la cucina da cooking show. Il volume è stato appena ripubblicato, in ristampa anastatica, dal “Centro librario Occidente” di Palermo, curato da Francesco Paolo Ciulla, che da anni svolge una paziente opera di ricerca di testi d’antiquariato e di diffusione libraria alternativa.
Però, il testo di maggior successo curato da Ciulla è la riedizione di “Con la mafia ai ferri corti” di Cesare Mori, anche questo del 1932, e che a fine 2018 è uscito in una nuova edizione, con un saggio introduttivo di Nunzio Lauretta, una postfazione di Pietrangelo Buttafuoco, a cui è stata aggiunta un’appendice fotografica di foto e documenti sul Prefetto conservati presso l’Archivio di Stato di Pavia o messi a disposizione da privati e collezionisti. Aggiornata anche la bibliografia.
“Con la mafia ai ferri corti”, come scrive Buttafuoco nella postfazione, “è il resoconto del lavoro di Mori svolto in Sicilia, con tutte le interpretazioni e la semplice cronaca di una vittoria dello Stato contro la criminalità organizzata”. I volumi possono essere richiesti a francescociulla@hotmail.com. (red)
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