Se è vero il detto secondo cui “la cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande”, si spiegherebbe la crescita esponenziale della manifestazione “Monumenti aperti”, che, nata a Cagliari ben 23 anni fa, oggi vede coinvolti oltre 70 Comuni, e a livello nazionale, anche Lombardia e non più solo Puglia ed Emilia Romagna.
Una celebrazione, quella della cultura, che anche all’estero non è passata inosservata, e che pertanto quest’anno si presenta con la medaglia del premio dell’Unione europea per il Patrimonio culturale “Europa nostra awards 2018”, consegnato ufficialmente all’associazione organizzatrice “Imago Mundi”, lo scorso 22 giugno a Berlino durante il primo vertice europeo del patrimonio culturale, per la categoria ‘Istruzione formazione e sensibilizzazione’.
L’inizio, quest’anno, è previsto per sabato 27 e domenica 28 aprile a Bauladu, Bosa, Tula e Uta. Dieci i Comuni che partecipano per la prima volta: Ales, Assolo, Decimoputzu, Genuri, Muravera, Neoneli, Siliqua, Tertenia, Tula, Vallermosa, Villaputzu e Villaspeciosa. Tra i siti visitabili da non perdere, la chiesa di Santa Maria di Uta, meraviglioso esempio di architettura romanica in Sardegna; il Castello Malaspina a Bosa; la Cattedrale e la casa natale di Gramsci ad Ales; l’area archeologica di Nora; l’Argentiera – Museo della Miniera a Sassari, uno dei maggiori esempi di archeologia mineraria della Sardegna; la Chiesa di San Lorenzo di Porto Rotondo; infine, la Torre della Quarta Regia in località ‘Sa Scafa’ a Cagliari. Proprio nel Capoluogo sardo l’appuntamento con Monumenti aperti 2019 è fissato per il fine settimana di sabato 12 e domenica 13 maggio, con apertura dei monumenti in entrambe le giornate e con orario continuato dalle 9 alle 20.
Come ogni anno, la manifestazione attiva le energie delle tante comunità coinvolte: gli oltre 23.000 volontari nei vari territori che coltivano l’entusiasmo e seguono la preparazione degli studenti delle scuole che raccontano, mettono in luce e valorizzano il proprio patrimonio culturale, favorendone la conoscenza e la fruizione, ed offrendo al contempo una grande occasione di crescita culturale collettiva. A loro (in massima parte studenti provenienti dalle scuole) viene affidato il duplice ruolo di “custodi della conoscenza” nonché “attivatori delle opportunità future”, in un’ottica secondo la quale ogni monumento aperto rappresenterà “un seme che dischiude i rapporti intergenerazionali e guarda a piccoli pezzi di futuro”.
Il tema dell’anno è, infatti, ‘Radici al futuro’, che vuole sottolineare l‘importanza del patrimonio culturale come fonte continua di apprendimento e di ispirazione cui attingere per costruire la società futura, con l’auspicio che possa essere attiva, attenta, responsabile ma soprattutto consapevole di quello che si è costruito e che si sta costruendo oggi, anche in termini di lascito per il futuro. In altri termini, con l’auspicio che si possa essere sempre consapevoli del fatto che, come affermava il filosofo Bernardo di Chartres, “siamo come nani sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti”.
Laura Pisano
(sardegna.admaioramedia.it)