“Assenti illustri, a Sassari, all'assemblea ordinaria degli azionisti della Banca di Sassari, sia il Presidente della Fondazione del Banco di Sardegna che il Presidente del Banco di Sardegna. Era presente, invece, il management della Bper, che sfratta la Sardegna dalla BdS e la Fondazione se ne infischia”. Lo ha denunciato il Centro studi dei Riformatori sardi.
“Tutti parlano dell’approvazione del bilancio che si sarebbe chiuso con un utile di 4 milioni. Nessuno parla del fatto che il Cda è controllato dai modenesi – ha sottolineato in una nota il Centro studi – L’Assemblea ha determinato in nove i componenti del Consiglio, ed ha eletto per il prossimo triennio 2015-17, cinque emiliani e quattro sardi. Per capire cosa sta accadendo, bisogna ricordarsi che il 79% della Banca di Sassari è detenuto dal Banco di Sardegna, mentre la Bper detiene il 18%. Bisogna anche ricordare che la Bper detiene il 51% del Banco di Sardegna che è stato acquistato dalla stessa Banca popolare dell’Emilia Romagna con obbligazioni che giacciono ancora nelle casse del Banco, non onorate".
"Tutto questo avviene nell’interesse del Popolo Sardo, delle famiglie e delle imprese sarde? – si conclude la nota – Il sospetto è che sia esattamente l’opposto. Se a ciò sommiamo la criticità nella gestione del credito in Sardegna, il modus operandi di molti istituti bancari che praticano l’anatocismo che aggrava il preoccupante fenomeno usurario, totalmente sottovalutato dal governo regionale, allora è facile comprendere la drammatica situazione dell’economia sarda". (red)
(admaioramedia.it)