Secondo la Cisl, il nuovo piano industriale del Gruppo Bper prevede un forte ridimensionamento in Sardegna con 250 esuberi previsti su un totale di oltre 2.300 dipendenti, un taglio di poco meno di 100 sportelli su 400 ed il passaggio al Banco di Sardegna degli sportelli della Banca di Sassari, ma nonostante i solleciti dei sindacalisti da viale Trento ancora nessun commento: “Si fa ogni giorno più imbarazzante (ma forse sarebbe meglio dire imbarazzato) il silenzio del centrosinistra al governo della Regione sulla riorganizzazione decisa dalla Banca popolare dell’Emilia Romagna (Bper) per le sue due controllate sarde ed in particolare per la Banca di Sassari, con annesse centinaia di esuberi e chiusure di decine di sportelli in tutta l’Isola”, ha commentato il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.
“In barba al fatto che la Fondazione Banco di Sardegna, che possiede quasi la metà delle azioni dell’istituto omonimo, a cascata controlla la Banca di Sassari, chiamata a gestire un patrimonio di 900 milioni di euro affidatole dai sardi, la Regione va avanti imperterrita nella politica dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia per non vedere cosa sta succedendo – ha aggiunto Dedoni – Si fa finta che la Banca di Sassari sia un’azienda come qualsiasi altra, con una vertenza occupazionale che non desta troppa preoccupazione visto che, tra prepensionamenti e uscite incentivate, nessuno resterà disoccupato e perciò tutto è bene quel che finisce bene. Peccato però che, nel frattempo, sul territorio ed in particolare nei piccoli comuni delle zone più periferiche dell’Isola vengano tagliati servizi alle famiglie e alle imprese, con le conseguenti, immaginabili ricadute sul tessuto economico”.
“E’ difficile sorvolare sul doppio ruolo del Partito democratico – ha concluso l’esponente dei Riformatori – Da un lato vede suoi esponenti di spicco ai vertici di Fondazione e Banco, dall’altro è azionista di maggioranza della coalizione che governa in viale Trento. La verità è che, per tutelare gli interessi del Pd, si rinuncia a tutelare quelli dei sardi, sia nella gestione dell’immenso patrimonio affidato alla Fondazione che nei servizi che gli istituti di credito sardi dovrebbero garantire sul territorio”. (red)
(admaioramedia.it)
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