Il calcio femminile è in un momento di grande crisi in Sardegna e quasi abbandonato dalle istituzioni e dalla Federazione. Non viene fatto niente per andare incontro alle società isolane che tra le mille difficoltà fanno di tutto per portare in alto l’immagine e il nome della Sardegna nel mondo dello sport.
Con la scomparsa della Torres Calcio femminilele società che rappresentano nel calcio in rosa in Sardegna sono solo 3: Oristano, Caprera e Villacidro nella serie B, rispetto agli anni passati quando le società erano molte di più e presenti in tutto il territorio sardo divise tra serie A, B e C. Oggi, oltre a queste tre società, non esiste niente, che metta in condizione le società di avviare le giovani ragazze al mondo del pallone. Quando giungono alla maggiore età e non possono più giocare nel campionato con i ragazzi, l’unica cosa è fare il salto di qualità portandole a giocare nel campionato di B. Ora, il calcio femminile in Sardegna è indietro anni luce, rispetto alla penisola, la Federazione dice che vuole investire nel calcio rosa, vuole che il movimento cresca e si sviluppi maggiormente come già lo è in altre Nazioni, come Svizzera, Francia, Germania, ma ancora non ha fatto niente per cercare di fare questo salto di qualità. Sino a oggi solo promesse, credo che sia giunto il momento di iniziare a farsi sentire con la Federazione e con le istituzioni locali. E' giunto il momento che il calcio femminile cresca, vengano fatti investimenti adeguati e le società vengano messe in condizione di poter avviare progetti seri e validi. In questi ultimi anni, anche la Regione ha contribuito alla causa, apportando ogni anno tagli ai contributi della Legge regionale 17. Contributo del quale spesso si conosce l’entità dopo mesi dall'inizio della stagione (e addio programmazione), che va ad aggiungersi alle ingenti risorse economiche che presidenti e i dirigenti, solo ed esclusivamente per passione, mettono a disposizione per portare avanti e far sviluppare il calcio in rosa in Sardegna.
Si capisce benissimo che stiamo attraversando un momento di crisi ed è necessario fare ogni anno dei tagli ponderati per far quadrare i propri bilanci, però sarebbe più opportuno che quando si decidono tagli si tenga conto anche dei costi che affronta ogni società sportiva. Ancora oggi non è stato fatto niente per combattere il caro trasporti, vittime come siamo del monopolio delle compagnie aeree e marittime. I nostri rappresentanti politici, sia della Regione che del Governo, non possono pensare che esistono quei pochi voli low coast che risolvono tutti i problemi. Non è affatto così, perché molto spesso si è costretti a prendere altre compagnie, come Alitalia o Meridiana, perché gli orari dei voli non coincidono con l’orario delle partite o perchè non ci sono proprio per rientrare dalla penisola. Basti pensare che un biglietto aereo Alitalia andata e ritorno per la Sardegna costa non meno di 150 euro, a differenza che nella penisola: volare da Roma a Milano con la stessa compagnia, grazie all'accordo con il Coni, permette alle società sportive di volare con 79 euro sino a giugno. Perché vengono fatte questo tipo di discriminazioni per le società Sarde? Non solo scontiamo i problemi legati all’insularità e, soprattutto, alle scarse e inadeguate politiche di sostegno allo sport, ma adesso che c'è qualcosa potrebbe agevolarci ci viene negato per colpa del mancato intervento della Regione.
E’ impensabile andare avanti così, ogni anno con i continui tagli della Regione si rischia di penalizzare lo sport in Sardegna, basta far riferimento ai fondi stanziati negli anni precedenti: da quasi 100mila euro, a poco più di 50mila, con un taglio di quasi il 50%. E' impensabile andare avanti in questo modo, si rischia prima o poi di far scomparire il calcio in rosa, anche perché oggi è difficilissimo trovare degli sponsor che aiutino a risolvere il problema. Tra le tante cose da fare, le Istituzioni devono trovare un accordo con le compagnie per la concessione di tariffe agevolate sulla biglietteria per le società sportive sarde, magari coinvolgendo anche le federazioni di appartenenza come già avviene nella penisola. Sarebbe una grande boccata di ossigeno per tutti.
Luciano Flore – Presidente Atletico Oristano
(admaioramedia.it)