La repubblica indipendente della Costa Smeralda archivia l’ennesima estate positiva per il turismo. Anzi, non è più nemmeno una estate poiché, con intelligenza, Mario Ferraro (ceo di Smeralda Holding) è riuscito ad ampliare l’offerta turistica, che ormai spazia da aprile ad ottobre, con proposte non solo sportive legate alle barche ma anche con un’offerta culturale che sta progressivamente crescendo.
Un modello molto particolare di turismo, difficilmente esportabile non solo in Sardegna, ma anche nell’Italia continentale. Perché si scontra con le cattive abitudini che si riscontrano già nella stessa Costa Smeralda. Così, lo scorso anno, le iniziative per i turisti non mancavano a fine settembre ed all’inizio di ottobre, ma i supermercati di Porto Cervo e soprattutto di Porto Cervo Marina avevano già smantellato.
Non proprio il massimo nel contesto di una offerta turistica che si rivolge indubbiamente ad ospiti di altissimo livello economico che, se non sono in hotel, possono anche pranzare e cenare al ristorante ogni giorno, ma che magari non disdegnano di restare a bordo delle proprie imbarcazioni di lusso. Certo, i marinai possono anche prender l’auto per andare a fare acquisti a chilometri di distanza, ma la comodità, a questi livelli, dovrebbe far parte del pacchetto complessivo.
Quanto ad altri aspetti dell’offerta turistica, è evidente che la Costa Smeralda punta sul lusso, sempre più dichiarato, sempre più ostentato. Mentre Caraibi e Maldive diventano mete più a buon mercato rispetto alla Riviera Ligure, a Porto Cervo lievitano i prezzi nei ristoranti e nei bar, come nei negozi, mentre compaiono nel porto e nei golfi imbarcazioni sempre più grandi, con bandiere dei Paesi più ricchi del mondo (nella foto il Dilbar). Forse, a questi livelli, il premio letterario dedicato al mare e lanciato dalla Costa Smeralda dovrebbe evitare la passerella molto provinciale dei soliti amici degli amici.
Mentre non si parla più di sinergie con il territorio circostante per iniziative legate all’immenso patrimonio archeologico sardo. Il Comune di Arzachena, nel cui territorio è compresa la Costa Smeralda, può offrire visite ai nuraghe, a tombe antiche, a reperti di enorme interesse. Tutto valorizzato in modo insufficiente, ma in ogni caso molto di più di ciò che i ricchissimi ospiti internazionali possono visitare a casa propria. È molto al di là di ciò che il magazine della Costa Smeralda, con un termine orribile, definisce come ‘esperienziale’. Sarà un punto su cui lavorare per il prossimo anno.
Maria Infantino (foto da “Electomag”)
(admaioramedia.it)