Lunedì 6 – Lo aveva detto chiaramente: "Se devo andare a mangiare una pizza non vado con Pigliaru". E Renato Soru è stato di parola, solo un caffè di prima mattina per mettere a punto col Presidente alcune cosette in previsione dell'imminente summit del centrosinistra a Sanluri. Se proprio di pizza si deve parlare, all'europarlamentare di Tiscali interessa solo la fase del 'rimpasto'.
Martedì 7 – Ufficializzato lo schema dell'Italicum, la legge elettorale per il Parlamento nazionale, i partiti sanno che dovranno competere su 3 collegi: Nord (5), Centro (5) e Sud (7) per eleggere 17 deputati sardi. Il rimescolamento dei Comuni che sono stati chiamati a far parte dei collegi scatena l'acquisto dei pallottolieri. Nella speranza che, vista la continua crescita delle astensioni, per contare i voti non siano sufficienti le dita delle mani dei candidati.
Mercoledì 8 – Forse sta rimpiangendo i giorni tranquilli nei quali doveva amministrare 3.500 anime in quel di Santadi. Da quando occupa la poltrona di assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, è frequentemente oggetto di 'fuoco amico'. Gli ultimi 'spari', in ordine di tempo, da Gian Piero Scanu, deputato gallurese, e Giuseppe Meloni, consigliere regionale e sindaco di Loiri Porto San Paolo. Il primo si scaglia contro la riforma degli Enti locali, a suo dire, dannosa per la Gallura: “Stiamo vivendo un’autentica aggressione di tipo politico, siamo di fronte ad un passaggio in cui la democrazia viene messa a repentaglio, il livello di sfrontatezza è tale da porre un problema di reazione”. Mentre il secondo, rimproverato e diffidato per il Piano urbanistico comunale, mette nero su bianco la sua irritazione: "Se non fosse una materia seria, verrebbe da sorridere o ironizzare nel constatare che sono stati sbattuti in prima pagina proprio i Comuni virtuosi. Magari scopriremo che la mancata adozione è dovuta alla negligenza di vari uffici regionali".
Giovedì 9 – Si fa un gran parlare di procreazione in provetta ed a sinistra non si perde tempo: papà Paolo (Maninchedda) e papà Roberto (Capelli) annunciano la nascita di "Sovranità, democrazia e lavoro", nuovo gruppo in Consiglio regionale, che unisce il Partito dei Sardi ed il Centro democratico (più il 'prestito' di un orfano di Rifondazione comunista). Parto quanto mai tempestivo e lungimirante, infatti Sdl ora rappresenta il secondo gruppo della maggioranza e si potrà sedere al tavolo del rimpasto di Giunta, verosimilmente a settembre, con argomenti convincenti.
Venerdì 10 – Amministrare con la maglia del Pd, nonostante il modello di decisionismo renziano, non è più facile come un tempo. Il sindaco Delunas, neo eletto in via Porcu a Quartu, ha esordito in aula, dopo giorni travagliati per la composizione della Giunta, battibeccando coi colleghi di partito. In primis, il presidente del Consiglio, Stefano Secci, che gli ha addirittura tolto la parola. I bookmaker di piazza Sant'Elena dubitano che in queste condizioni possa arrivare al panettone. Altro piglio, altra scelta, da parte di Mario Bruno, sindaco di Alghero, che, scaricato da alcuni consiglieri della maggioranza anche in occasione di un’importante seduta per il bilancio, ha rimesso il mandato. Anche se uno dei suoi predecessori, Marco Tedde, ha chiosato: "Fa filtrare notizie per tenere sulla corda la maggioranza. I tempi non sono ancora maturi, ma il processo di decomposizione della maggioranza è molto avanzato. La gassosa mediatica che sta alla base dell'agire politico di Bruno sta evaporando”.
Sabato 11 – La sconfitta alle Comunali di Nuoro ha gettato il Partito democratico locale nello sconforto. All’indomani del ballottaggio, il segretario cittadino Francesco Manca, con un grande moto d’orgoglio, si assunse la responsabilità della disfatta dando le dimissioni: “Ritengo che il percorso seguito fosse corretto e rispettoso delle regole del Partito e dei nostri iscritti, non cedendo a scorciatoie demagogiche o derive personalistiche”. Ma, dopo un congruo periodo di riflessione, “di fronte alla richiesta del segretario provinciale del Pd, Antonio Arghittu, ritiro le dimissioni da segretario cittadino”, Poi, dopo appena 72 ore, il colpo di scena, si dimette proprio Arghittu: “Il partito come istituzione in questo territorio risulta un’idea astratta”. Ora, Manca ritirerà il ritiro delle dimissioni che proprio Arghittu gli aveva chiesto di ritirare? Oppure Manca scriverà una lettera ad Arghittu per chiedere il ritiro delle dimissioni?
Domenica 12 – Nelle stanze ai piani alti del Palazzo di via Roma, in occasione della vittoria di qualche titolo importante (Dinamo Sassari e Amsicora Cagliari, docet), le società sportive sono accolte a braccia aperte. Cerimoniale, targhe ricordo, strette di mano, pacche sulle spalle, selfie a go go. Quando, però, nell’Aula dello stesso Palazzo arrivano le richieste pressanti di un mondo intero, vittima di una crisi economica tremenda che mette a rischio la prosecuzione dell'attività, si passa dai sorrisi di circostanza alle orecchie da mercante.
Corto Maltese
(admaioramedia.it)
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