Lunedì 29 – La Giunta regionale presenta in ‘pompa magna’ il progetto della rete ciclabile sarda: una dorsale costiera da 1.220 chilometri ed una centrale da 293 chilometri da Cagliari e Sassari, parallela alla statale 131. Avendo seguito da vero tifoso l’ottima prova di Fabio Aru al Giro d’Italia, il presidente Pigliaru si lascia prendere dall’entusiasmo: "Con questo progetto possiamo comunicare ai nostri turisti che si può raggiungere la Sardegna anche senza automobile, scegliendo una modalità di viaggio praticabile da un punto di vista ambientale ed ecologico”. La rete ciclabile costerà 8 milioni di euro e verrà avviata nel 2017, conclusione prevista per il 2019. Sarà completato prima il cantiere infinito della 131 o la ‘tanto attesa’ pista ciclabile?
Martedì 30 – Non è dato sapere se si siano incrociati negli anditi del Palazzaccio di piazza Repubblica, vista la convocazione per la stessa mattina. Ma è stata una passeggiata inutile per entrambi. Renato Soru, per le domande di accusa e difesa, dovrà tornare l'11 dicembre e rispondere di evasione fiscale relativa alla vicenda di un prestito fatto dalla società inglese Andala (di proprietà dell’europarlamentare Pd) a Tiscali Finance, società del gruppo con sede in Lussemburgo. Al centro del processo un passaggio, andata e ritorno, di 27,5 milioni di euro, che avrebbe generato un'ingente evasione fiscale. Appuntamento al 21 luglio, invece, per Massimo Zedda, che affronta la richiesta di interdizione dalla carica di presidente della Fondazione del Teatro lirico a causa delle indagini a suo carico per diciassette episodi di abuso d’ufficio. Storie e reati differenti, ma un punto in comune, per ora, l’avvocato difensore: Giuseppe Macciotta.
Mercoledì 1 – Più che una riunione di maggioranza, una seduta spiritica, indispensabile a Cristiano Erriu, assessore degli Enti locali nel ruolo di medium, per realizare un miracolo: dopo aver sbandierato ai quattro venti la sua innovativa riforma con conseguente morte degli ‘enti inutili e spreconi', grazie all’abile collaborazione del centrosinistra, riuscire a resuscitare le quattro province storiche. Ennesima riforma della Giunta Pigliaru nata già morta.
Giovedì 2 – Il doppio sponsor, che lo ha portato nel seggio più alto di via Porcu, avendo capito di essere stato sostituito nel ruolo di ispiratore, ha fatto di tutto per riportarlo a miti consigli, addirittura nelle interviste. “Non mi pare che Delunas sia persona che inneschi malumori”, aveva detto l’ex sindaco di Quartu Sant'Elena, ora consigliere regionale Pd, Gigi Ruggeri, che davanti all’ipotesi che il neo sindaco Delunas si riservasse l’ultima parola sugli assessori, aveva ingoiato elegantemente il rospo: “Dice cose sagge, come sagge dovranno essere le forze politiche che fanno le proposte”. Stessa strategia per il deputato del Pd, Marco Meloni: “Mi pare abbia le idee chiare e sono certo che sarà velocissimo. Sono certo che sceglierà per il meglio”. Talmente meglio che, quando ha annunciato i suoi primi cinque assessori, le segreterie provinciale e regionale del Pd hanno messo nero su bianco la loro soddisfazione: “Non abbiamo partecipato, a nessun livello, alla scelta degli assessori della città di Quartu né abbiamo dato il benestare ad alcuna proposta, che ricade pertanto nella piena responsabilità del sindaco Delunas". E lui, che ormai è stato eletto, non ha alcuna intenzione di cambiare stile: “Il Sindaco nomina i suoi assessori, in base ad un rapporto fiduciario, gli assessori sono collaboratori del Sindaco, se viene meno il rapporto fiduciario sono legittimato dalla legge a rimuoverli”. La prova della verità sarà in Aula consiliare.
Venerdì 3 – La laurea ‘conquistata’ nelle Università di Cagliari e di Sassari, con qualsiasi votazione anche la massima, varrà meno di quella presa in un ateneo considerato più prestigioso. Sembrerebbe la ‘trappola’ di un leghista per avvantaggiare i poli universitari del nord Italia, notoriamente in cima alle classifiche nazionali. Nessun complotto padano, la proposta è del deputato sardo del Pd, Marco Meloni. Bocciato all’unisono dai rettori dell'Isola. «La norma provocherebbe dissesti irreparabili per l’Università e per il Paese», spiega, da Sassari, Massimo Carpinelli, sostenuto da Cagliari: «Mi sembra una decisione scriteriata, se è un gioco per portare a far chiudere degli atenei chi lo sta facendo venga allo scoperto», rilancia Maria Del Zompo. L'onorevole ha cercato di difendersi: «La mia proposta emendativa prevedeva semplicemente l'abolizione del voto minimo di laurea quale filtro per la partecipazione ai concorsi pubblici». Ma, poi, l’emendamento misteriosamente ha preso un’altra strada. Fortunatamente, per l'elezione in Parlamento non vengono considerati nè il voto, nè l'Ateneo di provenienza.
Sabato 4 – La scomposizione della sinistra del Partito democratico, con gli abbandoni di Cofferati, Civati e Fassina, suona la campana dell’ultimo giro anche per Sel, che in Sardegna si traduce nel braccio di ferro tra Michele Piras e Luciano Uras. “La spinta si è esaurita da tempo”, dice il primo; “Se qualcuno non l’apprezza è libero di andarsene”, risponde il secondo. Piras precisa: “Io non ho detto che vado via. Sto in Sel per costruire un nuovo soggetto politico della sinistra. Questo Sel andrà a fare, con tanti altri che questo vogliono ed aspettano, con buona pace di tutti coloro che a una proposta politica sanno rispondere solo con il conservatorismo ed indicando la porta di uscita di una casa della quale non sono proprietari”. Uras chiarisce: “Nessuno pensi di poter liquidare Sel ai saldi. Non capisco perché dovremmo cambiare solo perché alcuni esponenti politici sono usciti dal Pd”. Tutto con la colonna sonora di Massimo Ranieri: “C'eravamo tanto amati, per un anno e forse più, c'eravamo poi lasciati, non ricordo come fu…”
Domenica 5 – La vittoria di Nuoro ha messo le ali al progetto La Base. Tanto che Efisio Arbau si fa beffa delle divisioni all’interno del Pd, che gli hanno consentito di espugnare Nuoro, dove ha piazzato il vice sindaco: “Il nostro punto di forza è che siamo leali, ci fidiamo uno dell’altro. Metodo che ci consente di lavorare tanto e bene”. Un entusiasmo alle stelle che lo fa diventare ambizioso e minaccioso: “Questo ci rende antipatici alla politica di professione, ma ci farà realizzare altre rivoluzioni come quelle di Nuoro, a iniziare dai prossimi appuntamenti di Cagliari ed Olbia”. Zedda e Giovannelli sono avvertiti.
Corto Maltese
(admaioramedia.it)
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