Oramai i trasferimenti di immigrati dalla Sicilia alla Sardegna hanno assunto frequenza settimanale. Sulla base di un piano di distribuzione nazionale che tiene conto della popolazione residente in ciascuna regione e in ogni singola provincia, il Ministero dell’Interno organizza dei voli charter che trasferiscono i migranti da Palermo a Cagliari, con voli che poi ripartono alla volta di altra regione, di solito la Liguria.
E’ un sistema, un via vai, di cui è davvero difficile intravedere una conclusione, anche perché le partenze dalle coste libiche di migliaia di immigrati, prevalentemente subsahariani, non accennano a diminuire, anzi… D’altra parte non si poteva neppure pretendere che solo alcune regioni italiane come la Puglia, la Calabria ma, soprattutto, la Sicilia potessero continuare a sopportare, da sole, il peso di questa emergenza infinita. Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che, guarda caso, è nato proprio ad Agrigento, nella cui provincia ricade Lampedusa, ha deciso di ‘alleggerire’ la sua terra da una presenza divenuta massiccia ed insostenibile, adottando questo famoso piano di distribuzione che nasce e fa appello proprio alla solidarietà nazionale.
Tutto ciò accade in un momento in cui la crisi economica ha grandemente indebolito il tessuto produttivo e sociale della Sardegna e in cui i nostri corregionali vivono questo enorme dispendio economico dello Stato nei riguardi degli immigrati con un senso di frustrazione e di ingiustizia, che si traduce nella frase “perché a loro sì e a me no?”…
Basti pensare che il solo Centro governativo di accoglienza di Elmas, il Cara (Centro accoglienza richiedenti asilo) non essendo sufficiente (appena 300 posti) ad ospitare tante presenze, ha costretto il Ministero dell’Interno e i prefetti a bandire vere e proprie gare di appalto alla ricerca di strutture private (agriturismi, alberghi, b&b) disposti ad ospitare immigrati per 35 euro al giorno. Così, diverse strutture hanno già offerto la propria disponibilità ed oggi affiancano il Centro di Elmas in un sistema di accoglienza misto pubblico/privato che oggi annovera oltre 600 immigrati nella sola provincia di Cagliari.
Sia ben chiaro, gli immigrati di cui si parla non sono tecnicamente dei clandestini ma tutti, dico tutti, richiedenti asilo o, meglio, richiedenti la cosiddetta ‘protezione internazionale’. Ed in quanto richiedenti asilo non sono soggetti ad alcuna limitazione della libertà personale. Ciò significa che potrebbero tranquillamente allontanarsi dalla struttura in cui sono alloggiati rischiando, al massimo, la perdita del diritto all’accoglienza nella stessa, ma nulla di più.
L’esperienza maturata a livello locale fino ad oggi e i dati di cui siamo venuti in possesso sulla effettiva qualità di tanta massa di immigrati, consentono di trarre delle conclusioni: la maggioranza degli immigrati auditi dalla Commissione profughi, che è insediata presso la Prefettura di Cagliari, sono migranti economici, indigenti, scappati non dalle sofferenze di una guerra ma dalla povertà e alla ricerca di cibo e di un lavoro; i pochi siriani transitati a Cagliari, tra i pochi ad avere pieno diritto all’asilo, arrivano con molti dollari in tasca e non hanno nessuna intenzione di fermarsi in Italia, tantomeno in Sardegna ma sognano di stabilirsi nelle più floride economie del Nord Europa; ad altri, provenienti dall’Africa centrale, vittime di persecuzioni di carattere religioso o razziale o in fuga da qualche conflitto locale, dopo attenta valutazione da parte della Commissione, viene riconosciuta una qualche forma di assistenza.
Purtroppo, ad oggi, non è dato intravedere una soluzione a questa emergenza. L’Europa, come è noto, ha preferito girarsi dall’altra parte. Le missioni navali nazionali (Mare Nostrum) e sovranazionali (Triton) si sono rivelate assolutamente inefficaci ad arginare le partenze. Si può presumere, semmai, senza tema di smentita, che la presenza di tante navi con funzioni di soccorso nel canale di Sicilia e nelle acque prospicienti la Libia hanno piuttosto favorito il progressivo aumento delle partenze e, statisticamente, il progressivo aumento delle tragedie.
Controverso
(admaioramedia.it)