L’inaspettato approdo al Porto canale di Cagliari della petroliera cipriota Rizopon con 82 migranti a bordo ha aperto ulteriori inquietanti scenari sul fronte immigrazione in Sardegna. Mai prima di oggi erano sbarcati in tanti e, per di più, soccorsi da una petroliera diretta alla raffineria di Sarroch a caricare benzina e proveniente, indovinate da dove, proprio dalla Libia. La legge del mare impone, si sa, oltreché il soccorso dei naufraghi, anche il loro sbarco nel porto di destinazione della nave.
Le preoccupazioni, tutt’altro che infondate, nascono dalla possibilità che adesso i trafficanti libici di uomini possano utilizzare le rotte delle navi dirette in Sardegna e, in particolare, a Sarroch come una sorta di autostop per i ‘disgraziati’ dai quali si sono già fatti consegnare fior di dollari dietro la promessa di raggiungere le coste italiane. Se così fosse, si profila un disastro umanitario, ma questa volta anche per i poveri cittadini sardi. Infatti non esistono più posti disponibili in accoglienza in tutta l’Isola ed un nuovo sbarco, questa volta possibile da una nave di linea, creerebbe difficoltà sovrumane sia ai prefetti che agli enti locali.
Di fronte alla inerzia manifesta della politica nazionale, prima ancora che europea, rispetto al dramma crescente dell’immigrazione, sono infatti i prefetti, in primis, a dover fare i conti con una recettività tutta da inventare. In provincia di Cagliari si pensa di utilizzare la Scuola di formazione della polizia penitenziaria di Monastir, che il Ministero della Giustizia ha da tempo deciso di dismettere e su di questa si stanno concentrando gli sforzi della Prefettura di Cagliari. Si tratterebbe di una collocazione temporanea destinata a circa 80/100 migranti, in attesa di concludere le necessarie procedure di identificazione e le visite mediche, per poi trasferire gli stessi in strutture ancora tutte da trovare.
Comunque, il malumore è fortissimo anche tra gli amministratori locali ai quali si chiede di partecipare alla sgangherata organizzazione dell’accoglienza da parte di un governo nazionale manifestamente impreparato a gestire l’emergenza. Attualmente in provincia di Cagliari sono accolti circa 700 richiedenti asilo di cui poco meno della metà nel Centro immigrati di Elmas. I restanti distribuiti tra Caritas, agriturismo e associazioni varie. Alla nuova gara di appalto indetta dai prefetti partecipano in pochi e questi pochi sono spesso quelli che già stanno operando. Nell’ultimo sbarco al Porto canale, nel Molo “merci alla rinfusa” della petroliera Rizopon, la Prefettura di Cagliari è riuscita ad organizzare rapidamente una accoglienza dignitosa per gli 82 sbarcati, depressi e affamati. La Capitaneria di porto, la Questura e la Cri, che ha fornito due tende montate in banchina, rivelatesi fondamentali, hanno fatto oltre il possibile per da un lato assicurare tutti gli adempimenti di legge e dall’altro per non aggravare ancor di più le condizioni dei migranti. Tra gli sbarcati anche 15 donne di cui 4 in stato interessante, una al settimo mese. Queste ultime tutte ricoverate all’Ospedale Santissima Trinità di Cagliari.
Purtroppo le ultime notizie che giungono dal Canale di Sicilia, con oltre 700 morti per il naufragio di un peschereccio stracarico di immigrati, non lasciano ben sperare anche per il futuro dell’Isola. E’ molto triste confidare che in nostro aiuto arrivi il brutto tempo con il conseguente stop delle partenze dalla Libia e non, invece, una politica nazionale che si prenda veramente a cuore il problema e lo risolva una volta per tutte.
Controverso
(admaioramedia.it)