“Gentile utente non abbiamo rinvenuto i suoi dati nei nostri archivi. La invitiamo a chiamare il nostro Centro informazioni al numero verde 800.533.122 per chiarire la sua posizione in merito al tributo Tari. La informiamo che nel caso di mancata comunicazione entro il giorno 23/03/2018, i Suoi dati saranno trasferiti al Comune per le successive dovute verifiche.”
Questo è il testo dell’avviso assurdo inviato recentemente dal Comune di Cagliari a decine di migliaia di cittadini nell’intento non dichiarato, ma facilmente desumibile, di fare emergere casi di morosità nel pagamento del tributo Tari, ovverossia del tributo sui rifiuti. Peccato che la richiesta contenuta nel predetto avviso, oltre che essere confusamente espressa ed essere illegittima, abbia provocato un discreto ‘allarme sociale’ nella stragrande maggioranza dei destinatari che, fino a prova contraria, essendo onesti contribuenti risultano regolarmente registrati negli elenchi comunali della Tari.
Veniamo alla illegittimità della richiesta. L’articolo 43 del D.P.R. 445/2000 (Testo unico in materia di documentazione amministrativa) al comma 1 vieta alle pubbliche amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi, (quali, appunto, la De Vizia–Cooplat per conto del Comune di Cagliari) di richiedere atti o certificati concernenti stati, qualità personali e fatti che risultino elencati all’articolo 46 (punto ‘i’), attestati in documenti già in loro possesso o che comunque esse stesse siano tenute a certificare. Appunto, i nominativi dei cagliaritani ordinari contribuenti Tari sono già in possesso dell’Amministrazione comunale di Cagliari. Ma, evidentemente, l’articolo 43 all’Ufficio tributi del Comune di Cagliari non è conosciuto oppure non è stato preso in considerazione.
Nell’avviso salta agli occhi anche un’altra incongruenza, la contraddizione tra la prima parte, in cui la De Vizia/Comune di Cagliari dichiara di non avere i dati del contribuente e gliene chiede conto, e la seconda parte, in cui, in caso di mancata risposta da parte del cittadino, “i suoi dati” verranno trasferiti al Comune per le successive dovute verifiche. Insomma, questi dati la De Vizia li ha o non li ha? Parrebbe di sì, visto che in caso di mancata risposta, li trasferisce “al Comune per le successive dovute verifiche”. A dir poco, ridicolo. L’avviso così concepito e strutturato meriterebbe di finire proprio tra i rifiuti, se non fosse che moltissimi cagliaritani lo hanno preso maledettamente sul serio e sono corsi a chiedere lumi negli uffici di via Sauro ed hanno intasato le linee telefoniche dell’Urp comunale. Per evitare questa colossale figuraccia, sarebbe bastato semplicemente affidare la risoluzione del problema ‘morosità Tari’ ad una mente maggiormente attenta, invece che demandarla al solito ‘pasticcio comunale’.
Controverso
(admaioramedia.it)