“La Casa della Regione deve aprirsi, avvicinarsi e ritrovare sintonia con il popolo sardo, oltreché facendo 'buona politica', che è l'unica vera arma contro l'antipolitica e la disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni, anche portando fuori dal palazzo i principali temi di confronto ed aprendo le proprie sedi ad iniziative culturali e di confronto di alto livello.” Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, durante l’incontro con la stampa per tracciare il bilancio della legislatura iniziata a marzo 2014.
Ha quindi elencato alcune iniziative prese in questo senso: “Al Consiglio sono state rivolte accuse di scarsa trasparenza e di scarsa produttività, perciò abbiamo avviato un percorso che vuole avere come obiettivo finale la massima trasparenza, la facilità di accesso alle informazioni e la completezza delle stesse. Si è operato ad una profonda revisione del sito istituzionale, oggi più intuitivo e completo, si sono attivati sistemi moderni di comunicazione tramite social network (twitter e facebook), abbiamo definito il progetto di un periodico di informazione sulle attività consiliari, scaricabile on-line.”
“In un periodo di crisi – ha aggiunto Ganau, ricordando una parte dell’attività svolta – il Consiglio è dovuto intervenire con urgenza su temi come Csl/Cesil, continuità territoriale isole minori, Multiss per la Provincia di Sassari, Fondo unico degli Enti locali, formazione professionale, lavoratori società partecipate, Carbosulcis, associazioni sportive dilettantistiche. Si è riusciti a produrre i risultati attesi con la produzione di numerosi progetti di legge ed un'operatività consiliare continuativa che ha prodotto 30 leggi.”
Inoltre, un accenno alla riorganizzazione delle strutture del Consiglio: “A seguito del taglio ai fondi dei gruppi, si è evidenziata una difficoltà palese nelle azioni di sostegno all’elaborazione legislativa che richiede una riorganizzazione dell'apparato del Consiglio in grado di sostenere i percorsi di definizione delle leggi, evitando 'incidenti' che richiedano interventi correttivi successivi o situazioni che rendano non pienamente applicabili i provvedimenti. Questo deve passare dalla riorganizzazione del supporto tecnico per le Commissioni e i singoli proponenti, al riordino di un Centro Studi che sia in grado di istruire in modo adeguato le proposte. Il Consiglio deve essere messo in condizione di lavorare di più e meglio affrontando in modo parallelo i temi delle grandi ed irrinunciabili riforme e degli inevitabili interventi di carattere emergenziale, evitando di restare travolto dagli stessi. E’ necessario anche un miglior coordinamento con l'azione della Giunta sia sui temi che sui tempi, evitando ingorghi legislativi e favorendo così una migliore definizione e condivisione dei provvedimenti.” (red)
(admaioramedia.it)