Questo anno, il 32,5% dei Sardi ha effettuato acquisti on line di beni e servizi, con un aumento di 11,8 punti rispetto alla quota del 2017: acquisti in rete per 285mila utenti internet, saliti nell’ultimo anno di 30mila unità, occupando l’8a posizione sulla classifica nazionale.
In particolare, la maggior parte degli acquisti si riferisce a viaggi e trasporti (40,9%) e vestiti o articoli sportivi (40,2%), seguiti da informatica e tecnologia (31,5%), articoli per la casa (30,5%), libri, giornali, e-book, materiale per la formazione a distanza (28,5%) e film, musica, biglietti per spettacoli (25,8%); le percentuali più basse le troviamo per quanto riguarda i servizi di telecomunicazione (10,8%) e prodotti alimentari (8,6%). Continuano a crescere, invece, le categorie che già avevano registrato attenzione negli scorsi anni: i prodotti alimentari, che salgono del 31,9% (+1,3 punti rispetto al 2015); abbigliamento, in aumento del 18,2% (+2,3 punti); articoli per la casa in aumento del 17,8% (+1,7).
L’altra faccia della medaglia è chiara: mentre l’e-commerce cresce, il commercio tradizionale ne risente, facendo calare le vendite al dettaglio dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, seguito da un calo delle vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,6%).
“Sono tanti gli artigiani che offrono i propri beni e servizi on line – spiega Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato imprese Sardegna – Dall’altra parte, purtroppo, ci sono le piccole attività commerciali e artigiane, quelle che troviamo sotto casa, che si trovano ad affrontare momenti estremamente difficili. Per questo continuiamo a ribadire come per le aziende sia fondamentale la presenza sul web: l’innovazione è una delle ricette vincenti per superare la difficile congiuntura. Gli artigiani hanno tanto da offrire in termini di qualità e di unicità dei prodotti e non devono limitarsi all’utenza locale: grazie al web i potenziali acquirenti sono moltissimi”.
Dai dati, provenienti dal rapporto “E-commerce – Acquirenti on line in Sardegna” realizzato dall’Osservatorio per le Pmi di Confartigianato, emergono anche le criticità tra le aziende: il 20,2% delle aziende che vendono on line segnala i costi connessi all’avvio dell’e-commerce, considerati superiori ai benefici attesi; il 10,8% segnalano i problemi legati alla logistica; il 10,3% il quadro legislativo di riferimento; il 9,1% i problemi dei pagamenti on line. Le imprese che non sposano l’idea innovativa della vendita sul web dichiarano che i propri beni non siano adeguati a questa tipologia di vendita a causa del trasporto, della spedizione e consegna delle merci e segnalano lo scarso rapporto costi/benefici, i problemi relativi ai pagamenti, la sicurezza informatica e la protezione dei dati.
“Certamente, con la vendita on line ci sono anche tanti problemi da risolvere – conclude il Presidente – In particolare il crescente peso assunto dalle megapiattaforme estere di intermediazione di beni e servizi, che necessitano, sempre di più di interventi sulla web tax, in relazione agli squilibri tra ricavi e prelievo fiscale”.
Martina Corrias
(admaioramedia.it)