Parigi, Conferenza mondiale sul clima e l’ambiente, un figurone (altro che capi di stato e ministri vari): il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru (per favore non chiamatelo Governatore) ha illustrato le scelte fatte per trasformare, entro il 2020, la Sardegna nella regione più verde e pulita del mondo.
“Dove vivere e soggiornare sarà meraviglioso, un autentico elisir di lunga vita, specialmente per i 'visitatori' abituati ad altre realtà, che potranno trasferirsi qui, nel Paradiso Sardegna”. Niente più veleni nell’atmosfera, scorie tossiche nei mari e nei bacini di raccolta, energia pulita, almeno il 70 per cento dalle rinnovabili, poi solo energia verde. Bel progetto. Però, grazie ai talebani dell’ambiente, che operano anche nell’isola, il fotovoltaico è osteggiato, il solare termico combattuto, l’eolico aspramente contestato, l’idroelettrico avversato perché fonte di polemiche e contrasti tra la Regione e l’Enel. Visto che il nucleare è stato bandito, per via dei rischi e delle scorie, che si polemizza ancora sul metanodotto o sulla rigassificazione del metano liquido, ed intanto il metano non c’è, l’energia che serve, specialmente per fare ripartire le industrie, come la si produce?
Semplice, continuando a scaricare CO2 nell’atmosfera e polveri più o meno sottili al suolo. Per venire incontro alle richieste di una società svizzera, che potrebbe comprare e riavviare l’Alcoa di Portovesme, industria energivora (ed inquinante), Giunta regionale e sindacati sono favorevoli ad una nuova, grande, centrale a carbone (il combustibile peggiore tra tutti quelli utilizzati). E l’energia pulita? E che l’Enel abbia deciso di dismettere alcuni impianti sardi, perché troppo inquinanti? “Di fronte ai posti di lavoro non ci si ferma”, hanno detto i prodi componenti dell’Esecutivo. Ma se il vero affare fosse produrre energia e non alluminio? Se gli impianti Alcoa, dopo una breve partenza, dovessero essere nuovamente bloccati? Se si dovessero accettare tutte le richieste degli imprenditori, che vorrebbero costruire centrali inquinanti, per riavviare processi produttivi da bloccare dopo pochi mesi, storia non nuova seppur con richieste differenti, la Regione cosa dovrebbe fare? Spesso viene il sospetto che il Presidente della Giunta regionale, ma anche quello del Consiglio dei ministri, come molti ministri ed assessori, siano affetti da uno strano morbo, che li spinge a raccontare realtà e situazioni economiche, politiche, sociali ben diverse da quelle reali. Che strano, sognano e credono di essere svegli, e di aver visto, esaminato, toccato con mano, quella che era solamente una 'piacevole' illusione.
Cochise
(admaioramedia.it)
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