Questa volta gli è andata male, hanno preferito il menestrello scorbutico Bob Dylan; ma il prossimo anno, secondo autorevoli indiscrezioni, potrebbe essere la volta dei due più celebri favolisti italiani: Matteo Renzi e Francesco Pigliaru. Altro che Andersen o fratelli Grimm, questi riescono ad imbottire i cervelli degli adulti, e non dei bambini, con racconti e novelle assolutamente fantastici, ben lontani dalla dura e difficile realtà nella quale siamo immersi.
Le riforme sono il loro cavallo di battaglia e le sparano con grande facilità. “Modifichiamo qui, rivoluzioniamo là e l’Italia, la Sardegna riprenderanno a correre, strabiliando tutti con la loro impetuosa crescita”. Se ci guardiamo attorno, però, notiamo che cresce pericolosamente il debito pubblico; che l’economia è ferma; che troppi perdono il lavoro o lavorano a vuoto; che i servizi sono sempre più scarsi e di qualità sempre peggiore; che oltre le solite promesse ed i ripetuti slogan non c’è nessun passo avanti. Per svegliare l’Italia, oltre a qualche mancia erogata, a debito, ai giovani ed ai pensionati al minimo, si punta tutto sulla Riforma Costituzionale; mentre in Sardegna si punta tutto sulle ‘grandi riforme’ dell’apparato regionale e sulle innovative politiche per risolvere gli atavici problemi che attanagliano la nostra società. La Costituzione aveva ed ha bisogno di una ‘piccola operazione’ di aggiornamento, in senso moderno e liberale, ma le proposte sono scritte in modo pessimo, in un italiano improbabile, confuse, contraddittorie in moltissimi articoli, riducono la sovranità dei cittadini e, grazie ad una legge elettorale funzionale ai voleri della attuale maggioranza, rischiano di concentrare in poche mani tutto il potere politico. Una proposta degna di Lenin, ma spacciata come una grande occasione per modernizzare il Paese. Una favola.
In Sardegna, per ridurre gli sprechi e garantire una vita migliore ai sardi, si vara l’Azienda unica per la sanità, si affidano i trasporti ad Alitalia e Tirrenia-Moby, si ‘modernizzano’ le reti ferroviarie ed i trasporti su strada, si ‘razionalizza’ il sistema scolastico, si varano nuove norme per gli appalti ed i lavori pubblici, che alla prova dei fatti sono ancora più penalizzanti di quelle messe a punto dallo Stato, che ha ‘affidato’ alla magistratura tutto il settore. Tutte queste riforme, miseramente naufragate nella realtà, incideranno, secondo i ‘nostri’, grazie anche all’attenzione garantita dal Capo del Governo, sulla situazione sarda, con l’Isola avviata sulla strada di una nuova rinascita. Una favola, perché questa Regione mal governata ed amministrata si avvia inesorabilmente verso un inarrestabile declino. Purtroppo, siamo in una situazione davvero difficile, perché la classe politica è assolutamente inadeguata a gestire un Paese civile; la demagogia imperante e la scarsa selezione attuata dai partiti, che tendono a far eleggere i fedeli del padrone di turno, portano al potere persone non preparate e senza la necessaria autonomia intellettuale, salvo qualche sporadica eccezione; le norme e le leggi in vigore, in primis quella elettorale, limitano i diritti individuali ed impediscono ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti. Tutto il resto sono favole, grandi favole, degne del Nobel.
Cochise
(admaioramedia.it)