Un’isola vera, se non è collegata bene con la terraferma, è un’isola morta, come la Sardegna. Nel mondo, le isole sono sempre ‘unite’ bene con la madrepatria. L’Unione Europea ha riconosciuto “l’insularità” come fattore obiettivo penalizzante per lo regioni insulari. Nel Mediterraneo, Corsica e Baleari hanno collegamenti rapidi, efficienti, frequenti con Francia e Spagna e pagati, almeno in parte, dallo Stato. Senza contare quelli con altre realtà vicine, ad esempio la Santa Teresa-Bonifacio, che unisce, più volte al giorno, le due regioni ‘frontaliere’.
Da qualche anno, però, i sardi per andare nel resto del Paese devono spendere cifre sempre maggiori e non trovano, con facilità, i posti necessari. I voli sono diminuiti, i biglietti spariscono velocemente, i collegamenti con gli scali nazionali si sono ridotti, le compagnie low cost, che per anni ci hanno portato, a prezzi contenuti, in molte città italiane ed estere, stanno progressivamente abbandonando gli scali isolani, rendendo la nostra un’isola sempre più lontana, con gravi danni economici, con una consistente riduzione dei flussi turistici e con una eccessiva penalizzazione per i sardi, che non possono viaggiare quando e come vogliono. Gli unici ad essere soddisfatti sono i padroni e gli amministratori di Alitalia e Tirrenia, che chiudono i loro bilanci con ricavi ed utili in portentosa crescita.
Pensare che sui trasporti si è sempre combattuta una grande battaglia politica, di principio, perché nei Paesi civili, moderni e democratici, è lo Stato che garantisce a tutti i suoi cittadini ed ai visitatori e turisti collegamenti rapidi, efficienti, economici con le isole; perché chi abita in mezzo al mare ha gli stessi diritti di spostarsi, come e quando vuole, che ha chi vive sulla terra ferma. Un diritto essenziale, quasi naturale, sempre rispettato e riconosciuto dai governanti e politici avveduti ed attenti alle esigenze di tutti. In Sardegna, da qualche anno a questa parte, quando al governo regionale sono andati imprenditori illuminati e professori di chiara fama, le cose sono sempre andate di male in peggio. Ad onor del vero, va ricordato che l’attuale Assessore ai trasporti, che ha reso la nostra un’isola morta, era consulente di Soru, a suo tempo, esperto e consulente di Cappellacci, nella scorsa legislatura. Da più di dodici anni, quindi, sul settore trasporti decide ed ha grande influenza sempre lo stesso illuminato professore, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E le cose non sono destinate a migliorare, perché anche l’esimio Presidente della giunta, collega del docente in questione, condivide le teorie del suo collaboratore ed ha anche criticato la possibilità che, nelle tratte aeree, ci sia una tariffa unica per residenti e non.
E pensare che Spagna e Corsica sovvenzionano i collegamenti, aerei e navali, perché tutti paghino il meno possibile; per favorire l’arrivo dei turisti e per garantire a chi ci vive di muoversi come se vivesse in ‘continente’; favorendo anche i trasporti delle merci, perché un’isola deve garantire servizi economici e veloci anche a chi esporta prodotti isolani ed a chi importa prodotti dalle più diverse provenienze. Esigenze semplici, fattori di sviluppo, cause di crisi e disoccupazione, teorie accertare ed approfondite da chi studia ed insegna nelle università. Eppure le scelte politiche sono diametralmente opposte. C’è qualcosa che non torna, o forse anche in Sardegna le decisioni sono ‘suggerite’ da qualche illuminata testa, che pensa solo ed esclusivamente ai propri privati interessi. E che i sardi si arrangino.
Cochise
(admaioramedia.it)
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CambaGigi
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