Illustrissimo Ministro, In qualità di eurodeputato del Partito popolare europeo, rappresentante del collegio Sardegna-Sicilia e membro delle Commissioni parlamentari per lo Sviluppo regionale e per il Commercio internazionale, Le scrivo per renderla partecipe, sostenitore e amico di una battaglia politica che da diversi anni sto portando avanti sia a livello europeo che in ambito nazionale e regionale.
Mi riferisco alla vertenza sul riconoscimento della condizione di insularità per la Sardegna e la Sicilia, per la quale, nel 2016, il Parlamento europeo, su mia proposta, ha approvato a larga maggioranza una storica risoluzione finalizzata all’applicazione delle normative previste dal Trattato europeo sul funzionamento dell’Unione europea all’articolo 174. Condivido con Lei questo percorso non soltanto per il ruolo istituzionale che Lei esprime, ma anche per la Sua costante attenzione ai temi e alle dinamiche proprie delle identità regionali. Mi confortano al riguardo le sue recenti dichiarazioni in merito alla possibilità che, già entro l’estate, il Consiglio dei Ministri possa dare concretezza alla richiesta di autonomia emersa qualche mese fa dalla volontà del voto referendario per Veneto e Lombardia, aprendo così l’orizzonte di una reale differenziazione delle autonomie delle Regioni.
Un tema, questo, che rientra a pieno titolo anche nel caso Sardegna e Sicilia, dove, il pieno riconoscimento dell’insularità significherebbe una compensazione degli svantaggi derivanti dall’essere isole e la restituzione di tutti quei diritti ancora oggi negati alle comunità sarde e siciliane. Due le priorità: una continuità territoriale permanente, per garantire la piena libertà di movimento per i nostri cittadini e le nostre merci; una fiscalità di vantaggio che favorisca e incentivi le nostre imprese, sia sul piano della produttività che su quello della competitività. Oggi, dunque, c’è la necessità di insistere su questa strada. Per farlo, tuttavia, occorre attivare un processo di coinvolgimento dei territori, una compartecipazione delle comunità, una condivisione politica con gli attori locali, siano essi enti pubblici e privati, o parti istituzionali. Ma non basta. Occorre anche stingere i tempi e accelerare sulle procedure, senza disperdere i risultati ottenuti a livello europeo. Per questo il ruolo del Governo Italiano è quanto mai determinante: lo è per applicare ciò che in Europa è stato avviato, ma anche per realizzare un intervento normativo che partendo dall’Esecutivo faccia dell’insularità una legge nazionale.
Ritengo, dunque, ci siano le condizioni per affiancare la vertenza insularità a quella delle regioni del nord, ottenendo in quest’ottica una necessaria parità fra le autonomie del nord e le autonomie insulari. Per queste ragioni mi rivolgo a Lei Ministro, per chiederle ufficialmente un confronto che individui, congiuntamente alle rappresentanze dei territori, il percorso migliore e più rapido per giungere al riconoscimento della condizione di insularità. Un’opportunità politica ed economica che oggi non può più aspettare. RingraziandoLa dunque per l’attenzione, auspico di incontrala al più presto con le rappresentanze politiche e istituzionali coinvolte nella vertenza, per approfondire quanto scritto fin qui.
Salvatore Cicu – Deputato europeo del Gruppo Ppe
(admaioramediua.it)
2 Comments
Silvio Vinci
Ancora con queste stronzate? Ma se abbiamo la zona Franca ancora non applicata ???
Hercules Atlantic
Vero, svantaggi come avere una classe politica di mediocri…..