Michela Mastio se n’è andata. Forse è meglio dire Tzia Michela se n’è andata. Come tutti amavano chiamarla. E con lei un pezzo importante del turismo in Sardegna.
Un turismo d’eccellenza, nato dall’intuizione di questa straordinaria donna che ha scommesso, per prima, sul sistema ricettivo nel Golfo di Orosei. Una vera e propria precursora del settore, in un territorio lontano anni luce dai fasti della Costa Smeralda e delle coste meridionali della Sardegna. Partendo da un negozietto di frutta e verdura, comincia la sua sfida, quasi in sordina nel 1976 e, da quel momento, avvia una serie di iniziative imprenditoriali caratterizzate da un unico denominatore: prezzi giusti e clienti da coccolare. Ma l’aspetto più particolare di questa storia ricca di successi riguarda proprio lei: per quei tempi è stata, forse, l’unica imprenditrice sarda del settore alberghiero.
Una scelta di coraggio e di orgoglio. Da vera donna sarda. Semplice, ma caparbia, sicuramente dotata di grandi intuizioni, può essere definita una manager ‘sui generis’. Per capirci, tempo fa dichiarò: “Non ho mai utilizzato un computer. Quel poco di materia grigia che ho la uso per altre cose”. Il presidente della Repubblica Ciampi la insignì del titolo di commendatore, su proposta di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio. Perché proprio Berlusconi, uno che di impresa un po’ se ne intende, era rimasto affascinato dalle capacità e dal dinamismo di zia Michela.
Lascia un impero costituito da tre villaggi turistici, 1.200 posti letto, tanti appartamenti. Decine di dipendenti affezionatissimi. Ma lascia, soprattutto, un esempio da imitare per tante donne. E non solo dalle donne. Grazie Tzia Michela.
Giorgio Fresu (da “Tepilora.info”)
(sardegna.admaioramedia.it)