La sostenibilità ambientale è uno degli strumenti più validi di marketing territoriale. L’effetto riserva generato dalla gestione dell’Area marina protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo vale oltre 535 milioni di euro. La gestione dei ‘beni’ spiaggia e mare, la valorizzazione delle attività turistiche e di quelle legate alla pesca, produce ricadute dirette sul territorio in termini di ricchezza.
I dati emersi durante il convegno sulla contabilità ambientale dell’Amp, svoltosi all’aeroporto di Olbia, hanno acceso i riflettori sul valore ecologico dei beni naturali: un miliardo di euro è quello riferito a Tavolara – Punta Coda Cavallo. La metà corrisponde alla ricchezza che resta sul territorio, a vantaggio degli operatori economici. “C’è un rapporto solido con il mondo dell’economia – ha spiegato Augusto Navone, direttore dell’ente – noi fungiamo come regolatore di sistema per fornire performance di sostenibilità delle quali si avvantaggiano le imprese che operano nell’Area”.
Le operazioni di gestione del territorio, di valorizzazione delle attività turistiche (balneazione e diportismo) e delle attività legate alla pesca professionale, subacquea, sportiva e ricreativa, producono effetti diretti e positivi sull’economia del territorio. I benefici multipli generati dai servizi ecosistemici hanno un valore importante, calcolabile in moneta corrente. La ricchezza prodotta da questo parco naturalistico, a fronte di un euro di finanziamento pubblico, percepito per il funzionamento ordinario, oscilla tra 1.125 e 1.127 euro. Indicatori economici precisi che l’Area marina protetta raccoglie minuziosamente ogni anno: fin dal 2006 gli uffici dell’ente realizzano il piano socio-economico delle attività e altri, numerosi studi specifici sui vari settori, che vanno dal comparto nautico alla cernia, dalla pesca professionale o ricreativa al turismo balneare.
Nel Parco di Tepilora, invece, che riscontri si hanno? Quali sono gli effetti economici fin qui registrati? Sconosciuti. Nonostante i roboanti annunci di chi lo ha imposto al territorio. Eppure, ci sono tanti bei soldini da gestire. Tutti di provenienza pubblica, naturalmente. Ma a Tepilora si preferisce dar la caccia alle streghe.
Giorgio Fresu (da “Tepilora.info”)
(sardegna.admaioramedia.it)