L’Arst è una delle società partecipate della Regione, al pari di Abbanoa, Sfirs, le società di gestione degli aeroporti e consorzi vari, molti dei quali in fase di liquidazione.
Il patrimonio dell’azienda che gestisce il trasporto di persone e bagagli nell’Isola è piuttosto consistente, come altrettanto consistente è il debito che ha accumulato in questi anni. Basta fare una piccola verifica dei bilanci. Il servizio che offre non è certo esaltante. Anche in questo caso, è sufficiente effettuare una ricerca sulla stampa regionale per scoprire che le lamentele, le contestazioni, le denunce e le polemiche si verificano in ogni parte della Sardegna. Disservizi ovunque: dalla scarsa qualità dei mezzi, ai ritardi sulle tabelle di marcia; dai costi dei biglietti in continuo aumento, ai guasti meccanici frequenti. Per non parlare, in qualche caso, degli atteggiamenti indisponenti del personale di servizio.
Chi si affida a questo sistema dei trasporti pubblici regionale affronta un’odissea. E non è un caso se martedì scorso, nell’ambito di un’operazione della Polizia stradale di Nuoro, denominata “Alto impatto”, sono state rilevate diverse irregolarità su pullman appartenenti anche e sopratutto alla flotta Arst. Irregolarità che hanno riguardato le cinture di sicurezza, le cassette di pronto soccorso, gli estintori e il cronotachigrafo. Eppure, a guidare questo gigantesco ente pubblico, che registra un fatturato di circa 115 milioni di euro e dispone di oltre 2.000 dipendenti, siede un signore (del Pd) che intasca 168.603 euro all’anno. Di che cosa si occupa per guadagnare tanto? Di gestire disagi e malcontento?
Giorgio Fresu (da “Tepilora.info”)
(sardegna.admaioramedia.it)