La situazione delle carceri in Sardegna è tornata d’attualità dopo la recente aggressione ai danni di due agenti di Polizia penitenziaria da parte di un detenuto nel carcere di Uta durante un servizio esterno. Proprio ieri, alla Camera dei deputati, è stata discussa l’interrogazione sulle condizioni delle strutture di reclusione nell’Isola, presentata dal deputato di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda.
Per il Governo la situazione non è allarmante: “I casi citati, pur nella loro gravità, risultano episodici e non sintomatici dello stato del circuito penitenziario sardo”, ha detto il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone. Sulla carenza di personale, il Sottosegretario ha parlato di condizioni in linea con la media nazionale: “Sulla carenza di figure apicali, si è conclusa di recente la procedura per il conferimento degli incarichi superiori, all’esito della quale è stato attribuito un dirigente all’istituto penitenziario di Cagliari, il solo in Sardegna rientrante nel livello superiore. Inoltre, sono in corso le procedure per il conferimento degli incarichi dirigenziali non superiori, la cui definizione consentirà di pervenire ad una soluzione anche per la copertura dei posti presso le sedi penitenziarie della Sardegna”.
Deidda aveva lamentato come “i disagi all’interno delle strutture di reclusione sarde, determinato soprattutto dall’inadeguato numero di agenti, in rapporto alla popolazione carceraria, siano presenti da tempo, oltre alla necessità di un adeguamento della strumentazione”, chiedendo al Governo un immediato intervento straordinario per riportare la situazione alla normalità, completando l’organico dei direttori, aprendo il carcere di Iglesias e rimpatriando i detenuti stranieri, che rappresentano il 32% della popolazione carceraria, affinché scontino la pena nel paese d’origine.
“Bisogna rimpinguare l’organico della Polizia penitenziaria – ha replicato l’esponente di FdI – oltre a dare maggiore e migliore strumentazione, tra cui il Taser, come sta avvenendo per altre forze dell’ordine. Sebbene non ci sia emergenza, riaprire il carcere di Iglesias servirebbe a guadagnare spazio e garantire a chi è in carcerazione preventiva, o è dentro per reati non contro la persona, di vivere la carcerazione non la fianco di chi si è macchiato di reati gravi contro le persone, come spaccio di droga, rapine ecc.”. Maggiore spazio, secondo Deidda, dovrebbe essere dato a progetti di reinserimento sociale dei detenuti ed ha ricordato quello realizzato nella colonia penale di Is Arenas ad Arbus, che ha riguardato la gestione di alcuni cavalli . (red)
(admaioramedia.it)