Il bilancio per il 2018 nelle carceri sarde purtroppo non possiamo ritenerlo positivo, gli eventi critici sono in aumento soprattutto negli istituti di Cagliari e Sassari dove sono allocati tra gli altri anche i detenuti appartenenti al circuito media sicurezza, che comprendono numerosi soggetti con problemi psichiatrici.
La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari senza aver previsto delle alternative adeguate (esistono le rems con posti ricettivi assolutamente insufficienti) hanno di fatto trasformato gli istituti penitenziari in meri contenitori per i casi più difficili determinando così il caos nelle sezioni detentive. Credo sia stato un gravissimo errore perché l’istituzione carcere non ha gli strumenti adeguati per far convivere detenuti con gravi problemi psichiatrici insieme a quelli di elevato spessore criminale. Il poliziotto penitenziario ormai deve essere professionalmente poliedrico, deve saper gestire dei casi sempre più difficili e sconosciuti.
In Sardegna è infatti radicalmente cambiata la tipologia dei detenuti, abbiamo appartenenti alle associazioni terroristiche internazionali, i vertici delle associazioni criminali italiane, inoltre troppi detenuti facinorosi vengono trasferiti dalle altre regioni della penisola dove hanno letteralmente creato lo scompiglio. E’ quindi difficile riuscire a contenere un’onda anomala dalle proporzioni enormi che si è abbattuta sugli istituti penitenziari sardi. Purtroppo le carenze organiche continuano a creare un ulteriore punto di criticità, se da un lato la Sardegna è costretta ad accogliere migliaia di detenuti da ogni parte d’Italia pretendiamo che le carenze di organico negli istituti siano colmate. E’ scandaloso inoltre che ancora nell’Istituto di Sassari dove sono presenti detenuti di grandissimo spessore criminale, non siano stati assegnati un direttore ed un comandante in pianta stabile, anche gli Istituti di Tempio, Isili, Lanusei, Oristano, Mamone non sono gestiti da un direttore in pianta stabile, di fatto sei Direttori si dividono in dieci istituti e già questo la dice lunga sull’attenzione del Dipartimento sui problemi della regione. Ci sorprende inoltre la mancanza di risposte da parte dei maggiori esponenti del Governo nelle provincie, in merito alla mancata assegnazione dei repartini detentivi negli ospedali esterni e per la mancata previsione di locali idonei da utilizzare come appoggio negli aeroporti cittadini e nei tribunali.
Si sono verificati durante l’anno diversi episodi di aggressione a danno dei nostri agenti negli ospedali esterni, è stata messa a serio rischio anche l’incolumità degli altri pazienti e del personale sanitario, è davvero incredibile che davanti ad una situazione di rischio concreto per la sicurezza pubblica le Istituzioni stiano ancora tergiversando. Crediamo siano rischiosissime anche le modalità con cui i detenuti transitano negli aeroporti e nei tribunali, oltre ai rischi per la sicurezza, senza idonei locali è impossibile sottrarre i detenuti dalla curiosità dei cittadini e mantenere la riservatezza degli spostamenti. Il nuovo Governo ha speso parole incoraggianti per il sistema penitenziario. Il nuovo capo del Dipartimento di recente si è recato in Sardegna ed ha incontrato i sindacati, dimostrando di conoscere le maggiori problematiche che attanagliano la regione e ha promesso quegli interventi che auspichiamo da tempo.
Michele Cireddu – Segretario Uilpa Polizia Penitenziaria Sardegna
(admaioramedia.it)