Un’altra aggressione ai danni del personale sanitario nel Sulcis, dopo quella di un mese fa al Pronto soccorso. Questa volta è accaduto all’interno del Servizio psichiatrico dell’ospedale Sirai di Carbonia, dove un infermiere ha riportato la “contusione nella zona mandibolare destra e del rachide cervicale”, con prognosi sino al prossimo 26 novembre. Lo ha denunciato il Collegio Ipasvi di Carbonia-Iglesias.
“Aggressioni fisiche e comportamenti minacciosi che si registrano in tutti i reparti, i servizi, le unità operative – ha detto il presidente del Collegio, Graziano Lebiu – Ats, Assl Carbonia e Assessorato regionale della Salute hanno il dovere di intervenire, di non considerarle fisiologiche e quindi ineluttabili. La violenza sul luogo di lavoro è un problema di salute pubblica che in Assl Carbonia e in Ats Sardegna è evidentemente il caso di attenzionare per trovare soluzioni”.
Il Collegio Ipasvi pone il dubbio che la dimensione del fenomeno ai danno degli operatori sanitari nella Assl Carbonia sia sottostimata e che l’Azienda stia derubricando gli episodi di violenza come ordinaria amministrazione: “Senza minimizzare i fatti, ma nemmeno amplificandoli, è da tenere a mente che le aggressioni sono al quarto posto tra i 16 casi segnalati nel IV e nel V Rapporto (2005-12) del Protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella del Ministero della Salute. E’ consigliabile spendersi per sensibilizzare sul tema della violenza sugli operatori sanitari. E’ inaccettabile che a farne le spese siano professionisti e lavoratori la cui unica imprudenza è quella di destinare, in mezzo a mille difficoltà, il proprio servizio alla cura degli altri. Servono azioni più efficaci per proteggere l’incolumità degli operatori, che è un diritto, non un optional, così come è un diritto avere identificati i fattori di rischio per la sicurezza del personale ospedaliero e territoriale”. (red)
(admaioramedia.it)