Un’altra occasione sprecata dal Cagliari. Stavolta ci riferiamo alla Società, più che alla guida tecnica.
Ormai sembra assodato che Zola non abbia in mano il pallino ma, al contrario di quanto ha fatto l’Atalanta (che si è aggiudicato Reja, uno dei tecnici italiani più affidabili ed esperti che c’erano sul mercato sino a pochi giorni fa), il presidente Giulini e il suo entourage hanno preferito continuare ad affondare insieme all’ex fantasista di Oliena. Non per risparmiare su un altro ingaggio, semplicemente perché ci credono davvero. Così è arrivata un’altra sconfitta (0-2 contro la Sampdoria, a Genova), com’era da copione.
Anche quando si è trovata sotto di due reti, la formazione rossoblù è apparsa apatica. Si continuava a far girare la palla per controllare la… situazione. Peccato che in vantaggio si trovassero i doriani e non i sardi. Questo atteggiamento indisponente fa comprendere quanto sia improbabile un cambiamento di percorso nella restante parte del campionato, ormai diventata un autentico calvario per i tifosi isolani.
Serviva una scossa, anche a costo di ripudiare per la seconda volta le cattive scelte fatte nei mesi precedenti. Ma la scossa non è arrivata. Presunzione? Incoscienza? Chissà. Forse a Giulini piace giocare d’azzardo ma, contrariamente al predecessore, va detto che sinora ha mostrato di possedere minore fiuto e fortuna rispetto a Cellino. Un mercato sbagliato durante l’estate e non corretto adeguatamente a gennaio; una serie di scelte davvero incomprensibili, buon ultima quella di affidarsi a un allenatore come Zola, inesperto per la serie A e anche in senso più generale. Qui – lo ribadiamo per l’ennesima volta – non si discutono le qualità morali dell’uomo, di cui abbiamo grandissima stima, però una squadra così allo sbando doveva essere consegnata al classico allenatore ruvido, con provata esperienza nella lotta per la salvezza. Zola è un gentleman che, a nostro avviso, si è pure fatto condizionare dalla vecchia guardia rossoblù in talune scelte. Conti su tutte, che stavolta comunque non ha responsabilità, in quanto era squalificato.
La matematica ancora non condanna il Cagliari, ma quanti sono pronti a scommettere sulla possibilità di salvezza di questa squadra? Non è soltanto un problema di scarsa qualità tecnica, bensì di carattere, di attaccamento alla maglia, di voglia di combattere sino all’ultima stilla di sudore. Tutte doti che non si vedono da un pezzo, perlomeno da parte di molti rossoblù. Aggiungere altre parole, a questo punto, ci sembra del tutto superfluo perché sono i giocatori, per primi, ad aver smesso di credere nella salvezza. Eppure, il Cesena – che sta un po’ dietro, chissà per quanto tempo ancora – continua a lottare e a crederci. Se non altro per una questione di dignità.
Arrogutottu
(admaioramedia)