Storari: 7,5. Passare da un quasi-triplete alla B non è da tutti, specie se si hanno 38 anni suonati; ma il portiere nativo di Pisa voleva dimostrare di essere qualcosa di più di una semplice riserva di lusso e Cagliari, desiderosa di tornare in alto e di farlo in fretta, era la piazza ideale. Seppur con qualche incertezza sparsa qua e là, la sua esperienza e la sua solidità, il suo contributo si è dimostrato fondamentale per l’immediato ritorno in A dei rossoblu.
Balzano: 7,5. Era uno dei reduci della scorsa, sventurata stagione e nonostante le mille difficoltà maturate un anno fa riuscì a guadagnarsi il rinnovo di contratto facendosi preferire a una bandiera come Pisano. Motivatissimo, ha messo in mostra lo stesso gran cuore che ne ha contraddistinto le prestazioni durante l’ultima serie A rossoblu; autore, tra l’altro, di una rete di pregevole fattura contro l’Avellino.
Pisacane: 7,5. L’abnegazione al potere. Da alter ego di Balzano sulla fascia destra all’impiego sulla fascia opposta in alternativa agli esterni mancini passando per saltuarie apparizioni come centrale sia nella difesa a quattro che – più raramente – a tre. Il bravo Fabio si è fatto apprezzare per dedizione alla causa e ha abbattuto tutti gli scetticismi di coloro che pensavano non potesse far parte di una squadra dichiaratamente costruita per la promozione.
Salamon: 8. E’ stato l’acquisto dell’ultima ora durante il mercato estivo rossoblu, preso per blindare un reparto orfano di un Ceppitelli infortunato durante la prima parte di stagione. Sin da subito si è distinto per personalità e sicurezza, abbinando la solidità del difensore centrale alla tecnica del centrocampista. Merita la riconferma e di poter dimostrare il suo valore anche in A, dopo esser stato fin troppo snobbato da Milan e Fiorentina.
Ceppitelli: 8. Desideroso di riscatto come tutti coloro che hanno conosciuto l’onta della retrocessione, ha voluto chiaramente dimostrare qual è la sua categoria di competenza dopo l’altalenante annata vissuta tra Zeman, Zola e Festa. Diga insormontabile sul gioco aereo, con Salamon ha saputo comporre una coppia centrale in grado di fornire ampie garanzie anche in ottica futura.
Capuano: 7,5. Ai tempi di Pescara si diceva un gran bene sul suo conto e ora che sta arrivando alla maturità calcistica è chiamato a dimostrare che tanta fiducia nei suoi confronti sia stata ben riposta. Peccato per l’infortunio che ne ha frenato la continuità dopo una buona prima parte di stagione, ma durante il finale è tornato in pista alla grande con la ciliegina sulla torta del gol che ha aperto le marcature contro il Brescia.
Krajnc: 6,5. La concorrenza era tanta e di qualità e per lui, che pure veniva da una discreta stagione con il Cesena, ritagliarsi il giusto spazio poteva non essere facile. Non sempre impeccabile nella parte centrale della stagione, si è rivelato comunque importante nel momento di emergenza della squadra. Può fare di più, ma il tempo è tutto dalla sua parte.
Murru: 7. Unico cagliaritano costantemente nel giro dei titolari, per lui il campionato appena terminato può rappresentare una tappa cruciale della propria carriera; il bagno di umiltà dopo un campionato in cui non sempre ha saputo ergersi a protagonista l’ha portato a disputare un finale di stagione in costante crescita, lasciando più di una speranza per il futuro. Ora torna in A più maturo e più esperto. E ha solo 22 anni.
Barreca: 6,5. Anch’egli limitato da un infortunio, a tratti ha ricordato un giocatore tuttora amatissimo a Cagliari, quell’Alessandro Agostini che aveva in comune con lui la velocità di base e un’altezza non esattamente da gigante. Barreca, probabilmente, ha più tecnica ma può e deve migliorare nella continuità e nella gestione della fase difensiva.
Dessena: 7,5. Prima che quella maledetta entrata di Coly lo costringesse a guardare giocare i compagni per il resto della stagione, era indiscutibilmente il miglior incontrista della B, con la sua capacità di abbinare potenza fisica ad una corsa continua e costante. Questa A è comunque anche sua, per la vicinanza dimostrata al gruppo da capitano vero qual è. Ti aspettiamo in A.
Munari: 7. L’infortunio e la prestanza fisica – che, per quanto gradita tra le caratteristiche di un giocatore, spesso diventa un intralcio nel momento in cui è necessario recuperare in fretta uno stato di forma accettabile – ne hanno limitato la prima parte di stagione, con la squadra che ha sofferto la mancanza di un uomo con le sue caratteristiche dopo l’infortunio occorso a Dessena. Una volta ritrovata la giusta vena, l’ex Watford si è dimostrato pedina importantissima e capace di realizzare gol pesantissimi in momenti cruciali del campionato. Peccato per l’espulsione contro il Livorno, il vero grande neo del suo campionato.
Fossati: 7,5. Inizialmente relegato in panchina da Rastelli, si è man mano rivelato preziosissimo nelle vesti tattiche di posato gestore di palla con la funzione principale di liberare Di Gennaro da ingrati compiti di copertura. Il centrocampista di scuola Milan ha saputo combinare quantità e qualità, mostrando di meritare una chance nella categoria superiore dopo anni di purgatorio tra Ascoli, Bari e Perugia.
Tello: 6,5. Galeotto fu il balletto di Salerno. Dopo il gol all’Arechi e l’inspiegabile espulsione maturata in seguito alla sua esultanza tutta sudamericana, il promettente colombiano di proprietà della Juve ha subito una sorta di involuzione dopo un girone d’andata da applausi, se si considera che era il suo primo campionato tra i ‘grandi’. Qualità tecniche e dinamismo da vendere, resta comunque un prospetto sul quale puntare. Bianconeri permettendo, appunto.
Di Gennaro: 8. In un calcio povero di registi ‘veri’, la maturazione tattica di questo ex trequartista arretrato a costruttore di manovra potrebbe diventare un punto di forza dei rossoblu anche nella massima categoria. Deve migliorare nella rottura del gioco e nel mantenere la posizione, visto che ancora mostra di non disdegnare le scorribande proprie più di una mezzapunta che non di un ragionatore di centrocampo, ma dispone di una tecnica e di una visione di gioco che non hanno neppure alcuni suoi pari ruolo che militano in top club di Serie A.
Colombatto: 6,5. Buttato nella mischia in un momento di emergenza, il ‘piccolo Mascherano’ ha saputo farsi trovare pronto, mettendo in mostra grinta e personalità da grande nonostante la giovanissima età. Non appena i titolari sono tornati a disposizione lui ha ripreso il proprio posto nella squadra Primavera, ma c’è da credere che parecchi dei prossimi campionati del Cagliari passeranno per i suoi piedi.
Deiola: 7. Ottimo inizio e ottima fine di campionato, così così nel mezzo. Nonostante questo, il ragazzone di San Gavino Monreale ha dimostrato di poter stare anche in un bolide della B come questo Cagliari dopo il positivo apprendistato vissuto nel Cuoiopelli in Lega Pro. Avvio con il botto con un gran gol al Crotone – senza dimenticare la segnatura contro il Trapani in Coppa Italia – si è man mano spento finendo talvolta perfino in tribuna, per poi tornare in auge man mano che l’obiettivo promozione andava avvicinandosi. Una vera fortuna non averlo ceduto allo stesso Trapani come pareva scontato accadesse negli ultimi giorni di gennaio.
Cinelli: 6. Serviva un ‘medianaccio’ tutto grinta e cattiveria agonistica per prendere il posto – numericamente parlando – dell’infortunato Dessena e con il mercato di gennaio è arrivato un rinforzo con un curriculum di tutto rispetto come l’ex capitano del Vicenza. Mai convincente al punto da ritagliarsi un posto fisso tra i titolari, ha comunque portato in dote un buon contributo di esperienza e una segnatura, pensate, proprio al Menti contro la sua ex squadra. Promesso sposo al Chievo già dal calciomercato invernale, saluterà l’Isola per tornare da avversario con la maglia dei clivensi il prossimo anno.
João Pedro: 8,5. In carriera non è mai stato un modello di continuità e nella scorsa stagione – pur segnando ben 6 gol da centrocampista in una squadra che sarebbe poi finita in B – non catalizzò troppe simpatie nei tifosi, che vedevano in quel numero 10 brasiliano un giocatore lento e poco avvezzo al sacrificio. Niente di più sbagliato: nel gradino sottostante la sua capacità di abbinare una tecnica sopraffina a un fisico e una visione della porta da centravanti puro hanno a dir poco spaccato il campionato in due, regalando a Rastelli e ai tifosi un valore aggiunto pari a quanto poteva esserlo un certo O’Neill nel Cagliari di Ventura. Se saprà ripetersi anche in A è da top club e non per fare la comparsa.
Farias: 8,5. “Ottima tecnica, ma segna poco”: come per il suo caro amico João Pedro, ecco un altro mito sfatato grazie alla stagione che sta per concludersi. 14 gol, spesso di pregevole fattura, oltre al consueto contributo in termini di assist. Non sempre freddissimo davanti alla porta, ha comunque rappresentato in ogni partita uno spauracchio per le difese, anche quando non appariva esattamente in giornata; chiedere informazioni a Trapani e Modena, castigate dall’attaccante di Sorocaba in un momento della gara che li vedeva in pieno controllo della situazione.
Sau: 7. Ci si aspettava che trascinasse il Cagliari in A a suon di reti; non è stato esattamente così, complici i soliti infortuni che lo hanno tormentato, ma l’attaccante di Tonara ha comunque saputo dare il proprio prezioso contributo – in particolare nell’inizio di stagione, quando si è realmente scavato il solco con le avversarie – per l’immediato ritorno in A. Non sarà stata una stagione da 9, ma i colpi di ‘Pattolino’ meritano comunque una valutazione più che sufficiente.
Melchiorri: 8. Inspiegabile come uno degli attaccanti più completi visti a Cagliari negli ultimi anni abbia avuto una carriera in sordina come la sua. Capace di spaccare le difese a suon di progressioni, di calciare con entrambe i piedi e di rendersi pericoloso perfino nel gioco aereo, pur non segnando sempre tantissimo ha spesso deciso le partite con assist e altre giocate (vedi il rigore procurato contro l’Entella) che hanno permesso di mettere a bilancio parecchi punti decisivi nella lotta-promozione. Un brutto infortunio al crociato l’ha messo fuori causa nel momento cruciale, ma c’è da credere che in A sarà lui il primo rinforzo in attacco per i rossoblu.
Giannetti: 8. Attaccante esterno un po’ atipico in quanto dotato di buona capacità di fare reparto anche come prima punta e anche di grande opportunismo, ha spesso rappresentato l’uomo della provvidenza per la squadra di Rastelli, il Massaro o il Robbiati di turno capace di decidere le partite da subentrante. La sua capacità di farsi trovare pronto al momento dell’infortunio di Melchiorri lo pone di diritto tra i protagonisti della stagione.
Cerri: 6,5. Pur dotato di mezzi fisici spaventosi, il centravanti di Parma deve ancora crescere dal punto di vista della cattiveria, sia agonistica che sotto porta. Se dovesse affermarsi in tal senso, potrebbe rappresentare un prospetto interessantissimo anche in ottica Nazionale. Al momento si è dovuto accontentare di veder giocare gli altri, ma la Juve, proprietaria del suo cartellino, avrà certamente gradito lo sviluppo del suo anno di apprendistato in Sardegna.
Rafael e Colombo: S.V. La continuità del ‘cannibale’ Storari li ha privati della soddisfazione di mettere insieme minuti in questo campionato. Grandissimi professionisti, insieme al titolare compongono un terzetto di estremi difensori da fare invidia a mezza Serie A.
Cragno, Benedetti e Barella: S.V. Troppo poche le occasioni per mettersi in mostra durante il campionato, ma il portiere e il difensore si sono comunque ritagliati un ruolo da protagonisti nel buon percorso vissuto in Coppa Italia, dove il secondo è stato addirittura promosso capitano nella sfida contro l’Inter. Il giovane sardo, dal canto suo, ha fatto vedere ottime cose quando chiamato in causa, prima della partenza alla volta di Como.
Rastelli: 8. Gli si chiedeva la promozione in A e lui c’è riuscito al primo colpo. Non sempre il suo Cagliari è stato bello da vedere agli occhi degli esteti del calcio, ma la sua visione pragmatica del gioco alla fine ha pagato e in un mondo in cui si vive continuamente di obiettivi non è assolutamente poco. Pensate a quante squadre del passato apparentemente costruite per vincere (il Catania 2014/15 ultimo in ordine temporale, ad esempio) hanno poi dovuto ridimensionarsi pesantemente a campionato in corso e avrete la reale percezione della bontà del lavoro del mister.
Capozucca: 8. Dopo gli anni di dittatura ‘preziosiana’ aveva proprio bisogno di dimostrare il proprio valore come direttore sportivo in un ambiente che gli sapesse dare fiducia incondizionata. In un ideale palcoscenico, Rastelli avrebbe cantato su un testo e una musica composte da lui. Ha saputo portare a Cagliari giocatori dal gran margine di miglioramento a titolo definitivo o, quando in prestito, con condizioni di riscatto decisamente favorevoli, gettando le basi per un progetto tecnico a lunga durata.
Giulini: 8,5. Lo scivolone dello scorso anno dopo undici anni di A non gli è andato giù, così si è speso in tutte le maniere per tentare di rimediare sino a riuscirci. Bravo a non intestardirsi in scelte proprie, ha trovato nell’esperto Capozucca un valido collaboratore a cui spesso ha dato saggiamente retta. Sulla torta della promozione, tante ciliegine: il nuovo Cagliari Point al centro della città, l’aver risolto l’annosa questione dello stadio e l’aver riportato i tifosi – che finalmente si sentono vicini alla squadra – allo stadio. Chapeau.
Nicola Adamu (Tecnico informatico)
(admaioramedia.it)
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Inter_Amala
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