Cragno: spettatore. Si limita ad osservare praticamente tutta la gara senza dover intervenire, se non in una sola circostanza degna di nota.
Padoin: convincente. Nella prima frazione si distingue per corsa, sovrapposizioni e cross, con una certa precisione nell’esecuzione.
Andreolli: traballante. Sbaglia un paio di interventi, uno dei quali manca proprio il pallone con grossi rischi. Nella ripresa va meglio: ma non dà sicurezza al 100%.
Pisacane: tappabuchi. Non sarà il centrale più dotato tecnicamente e fisicamente. Ma senso dell’applicazione e l’impegno sono sue prerogative incontestabili.
Capuano: anonimo. Il suo è un tipo di gioco che non cattura l’occhio. In fin dei conti è stato comunque meno costante ed efficace, rispetto alle scorse uscite.
Dessena: affannato. L’impegno è encomiabile, il capitano ce la mette tutta. Sembra però che stia ancora rincorrendo disperatamente lo spirito smarrito nel grave infortunio.
Dal 58° Ionita: reattivo. Entra con il piglio giusto, puntando su dinamismo, fisico e intensità. Una notizia importante per Rastelli.
Cigarini: smarrito. Il suo ruolo di “metronomo” non lo ha visto finora dettare tempi e intensità. Forse sta ancora cercando l’affiatamento con i nuovi compagni.
Barella: fantastico. Recupera palloni, punta l’uomo, suggerisce, sprinta, regala giocate di ottima fattura: questo ragazzo arriverà lontano.
João Pedro: intermittente. Il solito, JP10: prendere o lasciare. Inventa l’apertura millimetrica per il gol di Sau, ma sparisce spesso con lunghe pause.
Dal 70° Faragò: impalpabile. Ha una ventina di minuti a disposizione, però si vede (e si fa vedere) pochino. Qual è la sua migliore collocazione tattica? Quasi un rebus.
Pavoletti: poderoso. La sua forza fisica mancava all’attacco del Cagliari e la fa valere con i difensori, andandoli a disturbare. Gli manca il ritmo gara, ma crescerà.
Sau: premiato. Il primo gol nel nuovo stadio è suo, ancora meglio perché realizzato da un sardo. Finalizzazione precisa, impegno e corsa di qualità. Tra i migliori.
Dal 76° Farias: volenteroso. Prova a creare lo spunto per mettere ko il Crotone, non gli riesce ma almeno mette in allarme la retroguardia ospite con i suoi guizzi.
Rastelli: pratico. Mantiene intatta la base della formazione, insiste sul modulo e gli dice bene. Caratterialmente la sua squadra è cresciuta, ed è meno contratta.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)