Questa mattina, il Nucleo di Polizia tributaria di Napoli ha eseguito, in varie regioni, un decreto emesso dal Gip del Tribunale napoletano per il sequestro di denaro, beni immobili e quote societarie per un totale di oltre 12 milioni di euro, nei confronti di oltre 60 persone operanti nel calcio professionistico: calciatori ed i rispettivi procuratori, oltre ad alcuni dirigenti di società, che, nel periodo dal 2009 al 2013, secondo gli investigatori, in maniera sistematica si sarebbero resi colpevoli di reati tributari per evadere il Fisco. Sono state eseguite anche perquisizioni nelle abitazioni e nelle sedi sportive per recuperare documentazione bancaria e contratti riferiti ai fatti contestati. Tra gli indagati, i presidenti di Lazio, Napoli e Palermo, Lotito, De Laurentis e Zamparini, l’ex presidente della Juventus, Blanc, i procuratori Moggi, Calleri e Calaiò, l’amministratore delegato del Milan, Galliani, ed alcuni calciatori, tra i quali l'ex giocatore del Cagliari Pasquale Foggia, Lavezzi, Denis, Nocerino, Immobile e Paletta.
Secondo la Procura di Napoli, l`operazione “fuorigioco” rientra in una più complessa indagine che ha consentito di accertare l'esistenza di un radicato sistema per evadere le imposte, attuato da 35 società calcistiche di serie A e B, nonché da oltre un centinaio di persone, tra calciatori e loro procuratori. Il meccanismo fraudolento sarebbe stato adottato nell’ambito delle operazioni commerciali legate alla compravendita dei calciatori: i procuratori fatturavano in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l'opera di intermediazione fosse resa nell'interesse esclusivo dei club, mentre tutelavano gli interessi degli atleti assistiti. Le società approfittavano dell`indebito vantaggio di poter dedurre completamente dal reddito imponibile queste spese, beneficiando anche della detrazione dell’Iva relativa a quella che gli investigatori definiscono una “pseudo-prestazione”. Così i calciatori non dichiaravano quello che – ha scritto Il procuratore aggiunto della Repubblica, Vincenzo Piscitelli – rappresenta un “fringe benefit” (un beneficio accessorio), loro riconosciuto dalla società calcistica, che si accollava, a vantaggio dell'atleta, anche la spesa per l`intermediazione. In altri termini, l'importo pagato dai club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore, perciò la società calcistica ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito lordo ascrivibile all’atleta.
Inoltre, alcuni procuratori di nazionalità argentina mediante il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia ed attraverso l’interposizione di “società-schermo”, con sede anche nei ‘paradisi fiscali’, sottraendo i compensi ricevuti al paese di produzione del reddito (Italia) ed a quello di residenza fiscale (Argentina), ‘delocalizzavano’ i proventi derivanti dalla loro attività professionali. Visti i rilevanti importi evasi (oltre 12 milioni di euro complessivi), il sequestro la patrimoniale applicato oggi ha lo scopo di tutelare le casse dello Stato, nell’ipotesi di far rientrare le somme illecitamente sottratte al Fisco dagli indagati. (red)
(admaioramedia.it)
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