Quando dal finestrino dell'aereo si intravede la grande valle di origine vulcanica dell'Appennino Campano, i ricordi e le emozioni hanno sicuramente affollato la mente dell'allenatore del Cagliari, Massimo Rastelli. La partita con l'Avellino non poteva essere una partita come le altre e la settimana che ha preceduto questo match è stata complessa. La squadra rossoblu praticamente perfetta in casa, non lo è altrettanto in trasferta. Lontano dalle mura amiche, balbetta, a volte apatica si specchia narcisista quasi incurante del gioco avversario, e in questi casi lascia al banco i punti in palio. L'ultima volta in trasferta a Crotone, autentica sorpresa del campionato, il Cagliari ha smarrito le sue certezze, dopo aver acciuffato il pareggio è stata facile preda del clima da guerriglia e cattiveria agonistica dell'avversario. I rossoblu sbuffavano, ringhiavano concludendo la partita in inferiorità numerica, contagiati dal nervosismo e dall'incertezza mostrata dal suo allenatore nelle scelte della formazione iniziale e in quelle prese durante la gara.
Questa volta Mr. Rastelli non ha fallito, ha gestito al meglio la settimana che precedeva la partita con gli irpini, pensando solo alla sua squadra, sordo alle sollecitazioni dei media che scavavano nei suoi ricordi di uomo e di allenatore. Altrettanto bene ha gestito la gara sul piano tecnico, fedele al suo modulo 4-3-1-2 e scegliendo gli interpreti giusti. Davanti al portierone e capitano Storari, la coppia di centrali di maggiore affidabilità, fisicità e spessore tecnico del campionato Ceppitelli e Salamon, gli esterni Balzano e Barreca, quest'ultimo autentico instancabile cursore sulla fascia sinistra. Con il 'mercato di riparazione' è arrivato Cinelli, un ottimo acquisto per il centrocampo subito a disposizione, ma nella formazione iniziale resta Munari, il migliore in campo nella gara con l'Avellino. Rientra Joao Pedro dopo un turno di squalifica e riprende il suo posto dietro Sau e Farias, escludendo dagli undici titolari Melchiorri, la punta con quella faccia un po' così, quasi fuori dal tempo, che ai tifosi ricorda tanto il mito rossoblu assoluto. Il Mr. ha poi saputo leggere perfettamente i momenti della partita quando era necessario avere pazienza e negli ultimi venti minuti dare maggiore profondità all'attacco, inserendo prima Melchiorri per un quanto mai prezioso Joao Pedro e poi Cerri, il match winner, per un generoso e sofferente Sau, infortunatosi alla caviglia nel corso della gara. Che la partita con l'Avellino non fosse una gara come le altre lo dimostra tutto questo e le conseguenti risposte all'ambiente Cagliari e al campionato, che mai aveva visto due squadre, all'inizio del girone di ritorno, superare la soglia dei 50 punti e l'immediata inseguitrice a solo sei punti di distanza.
Il Cagliari ha dimostrato di avere carattere, lo aveva già fatto a Crotone prima di smarrirsi, ha saputo reagire immediatamente al goal subito, con l'avversario ancora al completo, Sbaffo è stato espulso al 25', e in un clima non favorevole, in quel momento lo stadio Partenio era infatti un'autentica bolgia. I rossoblu stanno imparando a 'soffrire' come fanno le grandi squadre, stanno trovando la giusta mentalità controllando con maggiore personalità le sfuriate offensive degli avversari e sanno leggere con ritrovata lucidità i momenti in cui è necessario abbassare il ritmo della gara per poi ripartire. Ancora il gioco di insieme non è fluido per tutti i novanta minuti, ci sono momenti di calo della concentrazione e di applicazione, durante la gara i reparti non rispettano le giuste distanze, aprendosi visibilmente tra le linee. Su questo il tecnico deve ancora lavorare, ma oggi tutto l'ambiente ha la certezza che la squadra e il suo allenatore hanno la mentalità per raggiungere da qui alla fine del campionato l'obiettivo finale.
Ninni Grimaldi (Project manager marketing Sardegna ricerche)
(admaioramedia.it)
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