Zeljko Brkic è il nuovo portiere (titolare) del Cagliari. A scanso di equivoci, per mettere subito a tacere i soliti soloni del calcio (per citare una frase cara al collega Puppo Gorini, uno dei decani dei giornalisti sportivi sardi nonché ex giocatore del Cagliari negli anni Quaranta), non parliamo di un mostro sacro del calibro di Manuel Neuer, suo coetaneo e miglior portiere al mondo. Tuttavia, Brkic è un buon numero uno che arriva in prestito da una società (l’Udinese) che ha sempre avuto una grande tradizione in questo ruolo. Per dirla tutta, c’è da augurarsi che Brkic faccia il suo esordio in rossoblù sin dal primo minuto dell’incontro con il Cesena, in programma domenica al Sant’Elia. Con buona pace per quanti vedevano in Cragno e Colombi i degni eredi dei vari Albertosi, Reginato, Corti, Sorrentino, Storari e Marchetti, tanto per fare alcuni nomi dei buoni portieri passati da queste parti. Per Brkic, come per il difensore Alejandro Gonzalez, l’esordio è legato esclusivamente ai tempi tecnici necessari per ottenere il transfer della Lega Serie A.
La società, in queste ore, sta lavorando febbrilmente per consentire al tecnico Gianfranco Zola di schierare la miglior formazione possibile, in occasione di uno scontro diretto che deciderà buona parte della volata per la salvezza: perderlo significherebbe dare quasi certamente l’addio al massimo campionato.
La biglietteria della sede di viale La Plaja sta lavorando a pieno ritmo. La tifoseria rossoblù avverte l’importanza del match e della posta in palio, ma annusa anche la ventata di aria nuova che preannuncia nuovi arrivi. Per esempio quello dell’attaccante croato Duje Cop dalla Dinamo Zagabria e del pari ruolo (cagliaritano doc) Matteo Mancosu, ma anche del centrocampista Josef Husbauer, giocatore dello Sparta Praga e della nazionale ceca. Meno verosimile l’acquisto di Pablo Daniel Osvaldo, entrato in rotta di collisione con Roberto Mancini dopo la sfuriata contro il compagno interista, Maurito Icardi, per un passaggio non fatto. Osvaldo è noto per essere una testa calda, ma anche per l’elevato ingaggio. E se quest’ultimo potrebbe essere ammortizzato convincendo l’Inter a pagarne una parte, pur di rasserenare l’ambiente nerazzurro, restano le perplessità legate alle possibili ripercussioni nello spogliatoio rossoblù di un elemento fumantino come l’italo-argentino. È più probabile che finisca al Torino, se non in Inghilterra.
Il Cagliari sta lavorando su più fronti, sia in Italia che all’estero. Molto dipenderà dai soldi che riuscirà a incassare per la cessione della seconda metà del cartellino di Raja Nainggolan (la Roma gioca al ribasso, ovviamente) e dal prestito di Vìctor Ibarbo al Valencia: quest’ultimo sarebbe un colpo a sorpresa, ma sino a un certo punto. Il nazionale colombiano ha mostrato anche quest’anno evidenti limiti tecnici e tattici, che condizionano non solo le sue prestazioni (un peccato, visto le doti fisiche che possiede) ma anche quelle della squadra. Tra lui e Diego Farias sono state sprecate decine di palle-gol importanti. Insomma, non sarebbe blasfemo decidere di cedere Ibarbo: al Cagliari di oggi non serve. E non lo si può aspettare in eterno. La speranza di Zola è quella di recuperare in extremis Marco Sau, l’unico che sa puntare davvero la rete. Lui e Mancosu, là davanti, formerebbero una coppia di tutto rispetto.
Arrogutottu
(admaioramedia.it)