Gianfranco Zola non ha la bacchetta magica, ma questo lo sapevamo già, ben prima che il Cagliari rimediasse la figuraccia di Palermo. Il 5-0 dello stadio Barbera, tuttavia, potrebbe essere persino salutare sia per la società che per lo staff tecnico. Qualcuno, infatti, era convinto della bontà di una rosa che invece ha evidenti limiti tecnici e caratteriali. Non è bastato sostituire il portiere (Colombi per Cragno) per avere maggiore solidità tra i pali: i due giovani sono tutto fuorché una sicurezza, gli errori visti a Palermo sono uguali a quelli mostrati in precedenza da Cragno. Serve urgentemente un portiere vero, che parta titolare; il massimo sarebbe l’udinese Brkic, magari con il contemporaneo rientro di Avramov per fargli da secondo (a proposito: complimenti a chi lo aveva frettolosamente bocciato, preferendogli questi sbarbatelli di belle speranze).
La difesa era un disastro, e tale si è confermata in Sicilia. Un solo rinforzo per la retroguardia non sarà sufficiente, e sbaglia Zola a parlare in termini positivi di Pisano, ormai inadatto alla serie A. Lo stesso discorso vale per Conti, giunto alla parabola discendente: l’involuzione tecnica e tattica è confermata dalla esagerata fallosità (a Palermo è stato espulso nel primo tempo per doppia ammonizione) e da un gioco troppo lezioso che frena le ripartenze. Senza di lui, quest’anno, il Cagliari ha mostrato il meglio di sé perché Crisetig ha potuto giocare nel suo vero ruolo.
Note dolenti anche in attacco. Fuori Sau, infortunato, Zola si ritrova con il giovane ma inesperto Longo (su cui però vale la pena di lavorare perché ha qualità fisiche e tecniche), Ibarbo (se non parlassimo di calcio, sarebbe un ottimo velocista: peccato che non inquadri la porta) e un Farias che sciaguratamente sciupa anche le occasioni più favorevoli. Mettiamoci un Cossu che alterna buone prestazioni a partite del tutto insufficienti, e ce n’è abbastanza per deprimersi. Insomma, se non c’è un attaccante che la butta dentro, come si può sperare di portare a casa i punti salvezza?
Salvezza, una parola che faceva inorridire Zeman (non si capisce perché, visto che non gli era stato affidato il Bayern Monaco…) e che Zola ha subito rispolverato, perché la classifica parlava chiaro prima e oggi è ancora più evidente. Il Parma ha battuto una Fiorentina ancora con la testa rivolta alle feste, ma ringraziamo il Napoli per aver frenato la rincorsa del Cesena, prossimo avversario dei rossoblù. A parte gli acquisti al mercato di riparazione, cui dovrà provvedere la società, bisognerà lavorare sodo su due fronti: quello psicologico (la squadra ha il morale a terra, basta che prenda un gol per ritrovarsi allo sbando) e quello tecnico-tattico. Questi due aspetti sono di competenza di Zola e dei suoi collaboratori. Peccato non poter schierare tra i titolari il campione di Oliena e il suo vice Casiraghi…
Arrogutottu
(admaioramedia.it)