Un emozionato Daniele Dessena, accolto da un video celebrativo della sua storia con il Cagliari, ha parlato ai media del rinnovo con il club rossoblu sancito oggi fino al 2019. Il centrocampista è stato affiancato dal presidente Tommaso Giulini e ha mostrato alla fine con orgoglio maglia e fascia di capitano celebrative, recante i nomi dei figli su un lato e 5 nomi stellati e numerati sul retro: Diego (Lopez), Lele (Daniele Conti), Checco (Francesco Pisano), Andre (Andrea Cossu) e Ago (Alessandro Agostini), ovvero i senatori del recente passato rossoblu.
Grazie a tutti. “Avevo solo voglia di dare continuità a quest’avventura a Cagliari, come ho sempre fatto. Mi interessa solo il bene del Cagliari e basta. Per me è la migliore squadra del mondo e casa mia. Qui ho trovato persone importanti e amici al di fuori del calcio, oltre ai vari gruppi di colleghi rossoblu che mi hanno fatto sempre sentire importante, così come il presidente. Ci tengo a ringraziare anche il direttore sportivo Capozucca e i tifosi, una parte importante per noi e per me in particolare: nei momenti più bui mi sono stati vicini per superare il brutto infortunio, che ha rischiato di farmi smettere con il calcio. Sarò sempre in debito con queste persone e cercherò sempre di ripagarli. Anche sbagliando, perché ho commesso tanti errori in passato ma poi facendo sempre un passo indietro. Ringrazio tutti, anche la stampa“.
Umiltà e cuore. “Continuare in rossoblu anche nel nuovo stadio? Sarebbe fantastico… la nostra casa: un aspetto importante che pochi riescono a realizzare, il Cagliari si sta comportando in modo da far sentire i giocatori parte di una grande squadra. Paura di non rientrare nel progetto? Siamo sempre in discussione, fa parte del mestiere. Ma bisogna prenderlo come uno spunto per migliorare. Non sarò un top player oppure l’idolo dei bambini ma… quando vado in campo mi do tanto da fare e questo mi ha contraddistinto sempre. Cerco di inculcare questo spirito nei miei compagni, perché ho imparato dai vecchi compagni cosa vuol dire Cagliari e il Cagliari. Calcisticamente forse non potrò insegnare nulla ai miei compagni, ma come si gioca con il cuore sì e lo voglio vedere da tutti“.
C’è solo il rossoblu. “Con il presidente Giulini ci stringemmo la mano a Novara nella scorsa stagione, un gesto in cui ho creduto profondamente e che ha portato alla giornata di oggi. Andare oltre il 2019 sarebbe bellissimo, sto bene per aiutare il club a rimanere ad alti livelli. Ci tenevo tantissimo a questo momento e a questo rinnovo: tenerci tantissimo mi ha fatto anche sbagliare. Ma sempre pensando in buonafede al bene del Cagliari. Siamo uomini e si può sbagliare. Quando lasciai Cagliari dopo la prima stagione si era già creato un grande rapporto con alcuni senatori, per questo desideravo ritornare qui. Anche se la Sampdoria aveva fatto quell’anno il preliminare di Champions League… Ma quando la testa ti porta altrove… Le parole nello spogliatoio dopo il 1-5 contro l’Inter? Brucia, un evento brutto che quest’anno avevamo già vissuto. Ho detto ai ragazzi che le motivazioni ci sono sempre state da inizio stagione per fare bene. Bisogna rientrare subito sui binari giusti e fare punti. Nel secondo tempo anche la gente si sarebbe aspettata una reazione diversa, ma purtroppo è stata una partita storta anche se non cerchiamo alibi. La nostra strada è un’altra, tuttavia certe sconfitte pesanti hanno messo in luce molte negatività. Nel 2017 abbiamo però intrapreso una strada diversa lavorando ancora maggiormente per crescere, dobbiamo rimetterci a fare ciò di cui siamo capaci. I tifosi ci sono, sempre. Un aspetto importante, anche alla luce dei punti conquistati in casa. Non è vero che andiamo in campo sprovveduti e senza idee: anche nella prima mezzora con l’Inter avevamo giocato abbastanza bene tenendo botta. Ma la mentalità è quella giusta, nonostante il risultato”.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)