Lo stadio Sant’Elia chiude i battenti per essere demolito. 47 anni di campioni, storie, delusioni, cadute e risalite: i grandi protagonisti rossoblu riaprono il libro dei ricordi a caccia di emozioni. Parola a Angelo Domenghini, classe 1941, ala destra del Cagliari scudettato.
Cambiamento indigesto. “Devo dire la verità: il trasferimento al Sant’Elia dopo lo Scudetto fu traumatico. Avevamo costruito le nostre imprese della stagione precedente nell’atmosfera dell’Amsicora, che aveva gli spalti molto vicini al campo. Atleti e tifosi erano divisi da pochi metri e dalla rete metallica. I nostri sostenitori erano diventati il 12° giocatore, ci davano grande forza per battere chiunque. Quando con la nuova stagione lasciammo l’Amsicora fu dura: certo, il Sant’Elia era molto più grande e accogliente. Ma proprio per questo dispersivo, a causa anche della pista d’atletica… i tifosi li sentivamo molto meno, inevitabilmente venne a mancare quel fattore ambientale che ci era stato di grande aiuto e intimoriva gli avversari. Del Sant’Elia ho però anche bei ricordi come la Coppa dei Campioni e la grande accoglienza che mi veniva tributata nei ritorni a Cagliari da avversario“.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)