Era stato un ritorno di fiamma dell’ultimo momento, con il suo sbarco all’aeroporto di Elmas nella tarda serata del 1° febbraio: ma non è andato nulla per il verso giusto in poco più di 40 giorni, e così Victor Ibarbo ha salutato nuovamente Cagliari per una nuova avventura in Giappone. Si unisce al Sagan Tosu, squadra del massimo campionato guidata dall’ex allenatore rossoblu Massimo Ficcadenti, con la formula del prestito con obbligo di riscatto condizionato fino al termine della stagione.
In extremis. Ibarbo era arrivato in Sardegna nell’estate 2011 proveniente dall’Atlético Nacional, collezionando 115 presenze e 15 reti nell’arco di 3 stagioni e mezza. Il 1° febbraio 2015 il passaggio alla Roma, primo prestito oneroso di una serie che avrebbe fatto felici le casse del club rossoblu negli anni successivi. A dicembre è finita la sua esperienza in Grecia con il Panathinaikos, dopo alcune divergenze con il club ellenico: le sue prestazioni sono quindi ripassate in mano al Cagliari, proprietario del cartellino. Alla scadenza del mercato invernale il giocatore è rimasto nell’isola. Le “malelingue” avevano insinuato che la permanenza di Ibarbo fosse stata causata da penuria di ammiratori… circostanza ufficialmente smentita dal ds Capozucca alla conferenza stampa al fianco del giocatore lo scorso 2 febbraio: “Non è vero che è rimasto perché non aveva offerte. Si tratta del ritorno importante di un giocatore ancora giovane e che non ha ancora espresso compiutamente le sue potenzialità. La piazza di Cagliari trovo sia il posto giusto per Ibarbo affinché lo possa fare. Il parere decisivo circa la sua permanenza mi è stato dato da Mister Rastelli: si tratta di un elemento che consideriamo un patrimonio del club“.
Parole nel vuoto. “Cagliari è casa mia, ho lasciato tante amicizie: ci sono diversi compagni con cui ho già giocato qui e che ho ritrovato, mi sembra di non essere mai andato via. La polemica sul mio infortunio prima di trasferirmi alla Roma? Si trattò di un incidente vero: la volontà era quella di tornare qui, ho 26 anni e posso ancora dare tanto“. Il colombiano veniva da 2 mesi senza giocare ed era sembrato un pochino “fuori forma”. La nuova accoglienza era stata glaciale, a causa delle scritte tutt’altro che morbide comparse sui muri del Sant’Elia nelle ore successive al suo arrivo. Quando andò alla Roma, parte della tifoseria gliela giurò dandogli del mercenario traditore. Nella sua seconda parentesi rossoblu ha messo insieme appena 35 minuti, sempre dalla panchina e un gol annullato ingiustamente contro la Sampdoria. I suoi minuti finali con la maglia del Cagliari resteranno quelli contro l’Inter, macchiati da un brutto tiro che ha scatenato reazioni irriverenti: un giocatore dallo scatto appesantito parso l’ombra dell’attaccante ammirato nella precedente esperienza in Sardegna. Ora tutte quelle belle intenzioni non potranno essere confermate dai fatti. Secondo il tecnico del Cagliari Massimo Rastelli, Ibarbo gli avrebbe espresso un desiderio impossibile da esaudire in questo momento: “Voleva giocare, ma io non potevo dargli alcuna certezza. Soprattutto alla luce delle sue precarie condizioni fisiche“. E così, la mattina di giovedì scorso il colombiano è tornato all’aeroporto di Elmas per recarsi in Giappone e trattare il suo passaggio al Sagan Tosu. Una nuova partenza che stavolta sembra definitiva.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)