Uno tra gli episodi più amari nella storia del Cagliari, accaduto esattamente 40 anni fa: il 20 marzo 1977 la squadra rossoblu sconfisse sul campo il Lecce, ma un’arancia lanciata dagli spalti del Sant’Elia colpì il viso dell’avversario Ruggiero Cannito. Un episodio poi rivelatosi decisivo per la mancata promozione in A: ai sardi guidati da Toneatto venne data sconfitta a tavolino. A fine campionato (vinto dal Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi) quei 2 punti mancanti fecero saltare la promozione diretta, costringendo il Cagliari agli spareggi che perse contro Atalanta e Pescara. Un fatto ricordato ancora oggi come un’ingiustizia, con i contorni di una vera e propria farsa, dai protagonisti dell’epoca.
Giuseppe Bellini (centrocampista Cagliari): “Io in quella partita segnai il gol decisivo, anche se purtroppo non servì a nulla. Quei 2 punti ci avrebbero consentito di risalire subito in A, anche alla luce di una bella rimonta che portammo a buon fine nel girone di ritorno: non eravamo partiti con i favori del pronostico. Un’arancia che ci costò caro. La vivemmo come un’ingiustizia, anche perché in fin dei conti si trattò di un trauma minimo, quello di Cannito. Ci rimanemmo molto male. Agli spareggi con Atalanta e Pescara pagammo le notevoli energie spese nel girone di ritorno e andò così, rimandando di altri tre anni il ritorno in massima serie“.
Oreste Lamagni (difensore Cagliari): “Perdemmo la promozione diretta: un episodio amaro. Stavamo rientrando negli spogliatoi al termine del primo tempo, Cannito venne colpito e poi non rientrò in campo alla ripresa del gioco. Ci diedero la partita persa a tavolino. Non la vivemmo bene perché c’era in ballo qualcosa di importante. Una mazzata che ci tolse un po’ d’entusiasmo. Oltre al doppio scontro con Atalanta e Pescara che ritenevamo ingiusto disputare, non fummo avvantaggiati per via delle sedi scelte, rispettivamente sui campi neutri di Genova e Terni, che videro i nostri tifosi in numero molto minore per ovvi motivi logistici“.
Giuseppe Tomasini (difensore e poi allenatore in seconda Cagliari): “In quella stagione ricoprivo il ruolo di allenatore in seconda di Toneatto. Quell’arancia mi passò a pochi centimetri dalla testa e colpì Cannito tra naso e occhio: sanguinò, ma in modo davvero lieve… Ad ogni modo fu un fatto che alla fine della stagione rovinò la possibilità di una promozione diretta, appena un anno dopo la retrocessione del 1975-76“.
Gianni Roccotelli (centrocampista Cagliari): “Contrariamente a quanto trapelò, l’arancia non fu lanciata per colpire l’arbitro Lo Bello, tantomeno Cannito. Conobbi l’autore del gesto, facente parte di un gruppetto che quel giorno bevve un po’ troppo sugli spalti. Insomma: un gesto non intenzionale“.
Renato Copparoni (portiere Cagliari): “Dispiace anche a distanza di 40 anni. Cannito fu colpito, è vero… ma da un’arancia scagliata da 30 metri senza molta violenza. Lo portarono in ospedale… Fu una buffonata! Purtroppo alla fine quei 2 punti conquistati sul campo mancarono all’appello: per questo ci fu grande rammarico. Vedere la classifica all’ultima giornata fece male, alla luce di ciò che era successo. Anche per i risultati dell’ultima giornata che ci fecero storcere la bocca: il Rimini già salvo fu battuto 2-0 dall’Atalanta senza molti problemi, mentre il Pescara rifilò 4 reti alla SPAL a Ferrara“.
Il tabellino.
20 marzo 1977, 25ª giornata del campionato di Serie B
Cagliari-Lecce 1-0
Cagliari: Corti, Ciampoli, Longobucco, Casagrande, Valeri, Roffi, Roccotelli, Quagliozzi, Piras L., Brugnera, Ferrari G. (70° Bellini) (In panchina: Copparoni, Lamagni). Allenatore: Lauro Toneatto.
Lecce: Nardin, Pezzella, Croci, Mayer, Zagano, Giannattasio, Sartori, Cannito (46° Lo Russo), Loddi, Fava, Montenegro (In panchina: Vannucci, Petta). Allenatore: Antonio Renna.
Arbitro: R. Lo Bello (Siracusa).
Rete: 86° Bellini.
Fabio Ornano
(admaioramedia.it)