Il problema dell’obesità è già ampiamente esploso in tutto il Mondo, tanto che ormai il termine comunemente usato è Globesità, causando ovunque un impatto economico devastante. L’Italia, e quindi la Sardegna, non sono certamente immuni e venerdì a Cagliari sarà presentata la proposta di creare una rete assistenziale regionale per la cura dell’obesità e del diabete di tipo 2 nel paziente obeso.
“Strutturare una Rete regionale è un passo obbligatorio se si vuole attuare una governance sanitaria basata sulla multidisciplinarietà, sul rispetto delle evidenze scientifiche, sulla razionalizzazione della spesa e sull’efficacia delle prestazioni – ha spiegato il responsabile scientifico dell’evento, Roberto Moroni, responsabile di Chirurgia Bariatrica e Metabolica dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, oltre che vicepresidente Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità) per l’area Sud – Un sistema che codificando un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) faciliterà il trattamento di tutti i pazienti, diminuendo anche i disagi negli spostamenti per le cure”.
Se ne parlerà venerdì 7 luglio, a partire dalle 9, nella sala del Caesar’s Hotel (via Darwin) coi migliori specialisti della materia: “Durante il Congresso – ha aggiunto Moroni – verranno presentate anche le Linee guida di Chirurgia dell’Obesità, frutto di un intenso lavoro della Sicob negli ultimi due anni che saranno poi sottoposte all’approvazione ed alla condivisione dei Centri specializzati. Le Linee guida saranno esaminate anche alla luce della recente approvazione delle Legge Gelli, che regolamenta le implicazioni medico-legali ed assicurative”.
I I dati in Italia sono allarmanti: 6 milioni gli obesi, 500mila i grandi obesi, 1 bambino su 3 è in sovrappeso e 1 su 4 è obeso. Ogni anno 57mila persone muoiono per le complicanze di questa malattia. Nel resto del mondo la situazione è anche più grave: secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, gli adulti in sovrappeso sono 1,9 miliardi, di questi circa 600 milioni sono obesi. In Italia, se per i costi diretti è stato calcolato un esborso di 8/9 miliardi di euro l’anno per la cura di obesità e malattie correlate (responsabile dell’’80% dei casi di diabete, del 55% di ipertensione e del 35% di cardiopatia ischemica e di tumore), resta ancora difficile quantificare il costo indiretto, trattandosi di una malattia con forte incidenza non solo sull’aspetto medico, ma anche su quello sociale.
Nei casi più gravi, la soluzione, dopo una valutazione interdisciplinare, è la chirurgia bariatrica che può rivelarsi più efficace della dieta e dell’attività fisica, consentendo un calo di peso significativo. Secondo un’indagine recente, condotta dal Centro Studio e Ricerca sulla Sanità Pubblica dell’Università Milano Bicocca, con la chirurgia bariatrica si può ottenere un guadagno per paziente di oltre 3 anni di vita vissuta in condizioni di salute ottimale e una riduzione della spesa per paziente di 8,649 euro. In Sardegna viene considerata obesa almeno il 9% della popolazione adulta (con una prevalenza di donne in un rapporto di 3 a 1), negli ultimi dodici mesi si sono svolte circa 200 operazioni di chirurgia bariatrica e 5.000 visite (il 20-30% sono prime visite, il resto controlli).
“L’approccio italiano al problema dell’obesità è adeguato ed ormai esiste anche una certa sensibilizzazione sociale – conclude Roberto Moroni – Perciò, anche in campo sanitario stanno arrivando le giuste risposte, come può essere considerata la creazione della Rete assistenziale regionale, sopratutto se si considera il grosso aumento degli interventi negli ultimi anni”. Il Congresso si svolgerà con tre dibattiti ed una tavola rotonda finale, in programma verso le ore 16. (red)
(admaioramedia.it)