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Cagliari è una città che sta invecchiando e, di conseguenza, aumentano le persone che hanno problemi di mobilità. Interi quartieri sono abitati da anziani, spesso vedovi/e, in attesa del subentro delle terze generazioni. Genneruxi, Is Bingias, Fonsarda, Mulino Becciu sono i rioni dove il fenomeno è maggiore e per fortuna resistono i negozi di quartiere di alimentari, frutta e verdura.
Per l’Amministrazione comunale sembra che il problema non esista, talmente è assorbita dallo studiare altre piste ciclabili, nuovi parcheggi di biciclette, sistematicamente depredati di mezzi e di pezzi di ricambio, per finire poi alla grande trovata della chiusura al traffico di via Roma. Purtroppo, nonostante il fallimento della sperimentazione (salvo qualche plauso da parte di chi ama le feste patronali – che potrebbero gustare meglio frequentando “Cortes Apertas” – e di altri camminatori), il Sindaco pensa di riprendere ed estendere la sperimentazione pedonalizzando il Largo e prolungando il tratto di via Roma fino a via Sassari.
Cagliari è pertanto diventata una città invivibile per i disabili che hanno l’autonomia di guida, ma che hanno difficoltà a deambulare: via Garibaldi, via Manno, corso Vittorio Emanuele son percorsi off limits in quanto la pedonalizzazione non consente la circolazione di alcun mezzo. La Giunta pensa che con le biciclette, magari servoassistite, e con i mezzi pubblici il problema dei disabili si possa risolvere? Evidentemente nessuno di lor signori l’hanno sperimentata sulla propria persona o sui familiari. Questa mancanza di sensibilità o di ignoranza del problema raggiunge però il massimo in un sito dell’Asl adibito alle autorizzazioni ed ai collaudi delle protesi per disabili. Quanti non conoscono la sede Asl di viale Trieste adibita a questi servizi specifici per disabili? Davanti l’ingresso, su uno sterrato rovinato dalle radici, c’è un parcheggio per disabili, con un marciapiedi alto, difficile salirci. Un altro parcheggio per disabili è alla fine della via Caprera, dal quale si accede facilmente al marciapiede. Entrambi gli stalli sono spesso occupati. Il povero disabile o chi lo accompagna, per entrare nel portone dell’Asl trova due gradini; a fianco c’è uno scivolo, ma qualcuno deve tenere la porta aperta per far passare la carrozzina. Dopo un breve andito, c’è una scala con una decina di gradini, da fare a fatica per chi può arrancare, oppure deve attendere la cortesia dell’usciere che attiva la scala motorizzata per farlo salire con la carrozzina. Finalmente si arriva all’ascensore, sperando che non sia guasto, altrimenti al terzo piano, quello dei collaudi, è impossibile arrivarci. L’Ufficio Ticket si trova al primo piano, per cui l’accompagnatore deve salire e scendere tra i due piani. Per l’uscita, la solita prassi, con la speranza di non trovare troppi disabili che abbiano bisogno del montascale.
A questo punto, come direbbe Lubrano, sorge spontanea una domanda: possibile che nessun Assessore della Sanità, uno qualsiasi dei dirigenti o dei commissari succedutisi negli anni o il responsabile sanitario della struttura di viale Trieste, se esiste, tutti retribuiti profumatamente per dei servizi che pagano i cittadini, abbia mai pensato di trovare una location diversa, più agevole, accessibile facilmente soprattutto ai disabili che non hanno la possibilità o i mezzi di avere un accompagnatore? Possibile che alla Cittadella della Sanità di Monte Claro, dove all’ultimo padiglione sono ammassate tutte le attrezzature per disabili temporanei o deceduti, non si possa trasferire il servizio per disabili di viale Trieste? Nessun medico, impiegato, che vi lavora, non ha mai sentito l’esigenza di pensare ai pazienti e pretendere una location funzionale? Cosi nessun paziente o familiare che segnala il fatto si senta dire sottovoce dal personale: “protestate, fatevi sentire”!
Monica Satolli – Segretaria regionale Unione Consumatori Cagliari
(admaioramedia.it)