Sono 664 gli immigrati sbarcati (due in più degli annunciati) questa mattina al Molo Rinascita del Porto di Cagliari dalla nave norvegese Siem Pilot: 530 uomini e 134 donne, tra gli arrivati 5 incinte e 30 bambini. La maggior parte (207) provengono dalla Nigeria, poi Mali (108), Senegal (82), Gambia (80), Guinea (48), Costa d’Avorio (34), Ghana (32), Niger (19), Eritrea (11), Camerun (10), Burkina Faso (9), Sudan e Togo (5), Etiopia (4), Marocco e Somalia (3), Congo e Sierra Leone (2). Dopo i primi accertamenti medici, i casi di scabbia riscontrati sono qualche decina, ma si teme che possano essere almeno 150. Al termine delle procedure, gli immigrati sono stati avviati ai diversi centri di accoglienza, in base alle quote stabilite in sede di coordinamento regionale: 317 a Cagliari, 61 ad Oristano, 86 a Nuoro e 200 a Sassari.
Terminate le operazioni di sbarco e di accoglienza, sono cominciate subito le indagini della Squadra mobile di Cagliari che, con la collaborazione del Reparto operativo aereonavale della Guardia di finanza, ha individuato e fermato quattro presunti scafisti: S.C., 17enne senegalese (si è dichiarato minorenne, ma gli investigatori sono convinti che sia maggiorenne), M.K., 20 anni del Gambia, P.J., 27enne senegalese, e T.S.J., 28 anni dalla Costa d’Avorio. Proprio sul tema dell’ordine pubblico e della carenza degli organici è intervenuto Luca Agati del Sap di Cagliari: «Pensavamo che la stagione degli sbarchi fosse conclusa, invece siamo alle prese con l’ennesimo arrivo di stranieri sulle nostre coste. Sono mesi che lo ripetiamo, logisticamente accogliere persone sull’Isola crea problemi di ordine pubblico. La spinta a fare le cose per bene non deve essere fraintesa con la decisione di approfittarne. I poliziotti sono pochi e la penuria di mezzi rende il sistema non adatto a questo genere di attività».
Intanto, sono emerse le cifre del Bilancio statale che il Governo italiano ha speso nel 2015 per fronteggiare l’emergenza immigrazione: 3,3 miliardi di euro. Si tratta di cifre ufficiali che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha presentato nel Piano programmatico di bilancio inviato a Bruxelles per chiedere flessibilità aggiuntiva sul deficit. Tra il 20 ed il 30% sono spesi per i salvataggi in mare, mentre la metà della cifra riguarda l’accoglienza. Costi certi ai quali vanno aggiunti quelli extra per gli aspetti legati alla sicurezza ed agli aspetti sanitari e sociali che un flusso così ampio e continuo di immigrati ha inevitabilmente prodotto. (red)
(admaioramedia.it)
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