La Sala d’Ordini della Legione dei Carabinieri, in via Sonnino a Cagliari, dove si svolgono le riunioni più importanti a livello regionale, presiedute dal Comandante di Legione, è stata intitolata al generale Enrico Barisone, medaglia d’oro al Valor militare.
Durante una cerimonia, svoltasi questa mattina e presieduta dal generale Paolo Nardone, comandante della Legione Carabinieri Sardegna, alla presenza dei familiari del generale Barisone (i figli Daniela, Paola ed Enrico, quest’ultimo nella foto in basso), dei comandanti provinciali in Sardegna, dei comandanti dei Ris, della Scuola di Iglesias e del 9° Battaglione Sardegna, oltreché dei rappresentanti dell’associazione nazionale Carabinieri, è stata scoperta una targa commemorativa sulla porta di ingresso della sala d’Ordini ed al suo interno è stato esposto un ritratto del “carabiniere eroe”: “A suggello di una reale continuità con il modello che il generale Barisone rappresenta – si legge in una nota dell’Arma – diversi militari in servizio sono stati premiati con la consegna di attestati di merito per essersi distinti in particolari operazioni di servizio e atti di valore”. Alla cerimonia hanno assistito anche, come ospiti esterni, gli studenti della Scuola Media di Laconi.
Il generale Barisone, nativo di Zara, arrivò in Sardegna nel 1970 (al 9° Battaglione), poi operò a Bonorva, Ghilarza, Ozieri e Bitti. Nel 1981 divenne comandante del Nucleo operativo di Nuoro. Dopo alcuni anni nella Penisola (Brescia, Moncalieri, Vercelli), nel 1993 tornò in Sardegna alla Legione di Cagliari, finendo la sua carriera per raggiunti limiti di età nel 2001 col grado di generale di brigata. Barisone fu decorato con la Medaglia d’oro al Valor militare per l’azione a Sa Janna Bassa ad Orune (17 dicembre 1979), quando “guidando una pattuglia fino al covo di una banda di pericolosissimi delinquenti, due dei quali latitanti già condannati per omicidio, e gravemente ferito da una scarica di pallettoni esplosa da distanza ravvicinata, che gli procurò la frattura di una spalla, reagiva uccidendoli. Malgrado il dolore lancinante e sebbene indebolito da copiosa perdita di sangue, rifiutava ogni soccorso e disponeva i suoi uomini in posizione tatticamente idonea a contrastare eventuali sortite degli altri malviventi che venivano tutti arrestati. Mirabile esempio di eccelse virtù militari, fulgido ardimento ed assoluta dedizione al dovere”. (red)
(admaioramedia.it)