È finalmente ritornato a ‘casa’, nell’Archivio storico Diocesano, il documento risalente al 1592 del quale si era persa traccia dal 1970.
Non si tratta di un documento qualsiasi: in esso è contenuto il Processo Canonico (scritto in catalano ed intitolato “Informacion recebida sobre la invencion y milagros de la santa imagen de la santissima virgen de buenayre”), attraverso il quale l’Arcidiocesi di Cagliari riconobbe ufficialmente la storia ed i miracoli attribuiti alla statua di Nostra Signora di Bonaria, attualmente custodita nell’omonima Basilica.
Il manoscritto, di elevatissimo valore storico e devozionale, dato il forte legame tra la città di Cagliari e la Madonna di Bonaria, patrona massima della Sardegna, è stato recuperato grazie all’attività investigativa da parte dei carabinieri del Comando della Tutela del patrimonio culturale, che questa mattina lo hanno riconsegnato nelle mani di don Fernando Loddo, direttore dell’Archivio storico Diocesano di Cagliari, rivelando tutti i passaggi del complesso rinvenimento.
“Le indagini sono iniziate nell’ottobre 2017 – racconta il comandante Paolo Montorsi – quando, accertato l’ammanco di una serie di documenti, tra cui questo, è scattata una denuncia presso il Nucleo Tutela del patrimonio culturale. Le successive investigazioni hanno portato, tra le varie persone che erano solite frequentare l’Archivio, ad un grande appassionato della specifica materia, deceduto tuttavia negli anni 2000. Proseguirono nonostante tutto le indagini sugli eredi dello studioso, uno dei quali, a seguito di ulteriori ricerche sui beni ereditati dal defunto parente, rinvenne e consegnò spontaneamente agli investigatori il documento in questione”. Una volta posto sotto sequestro, il manoscritto è stato successivamente oggetto di approfondimenti tecnico-scientifici effettuati dai funzionari della Soprintendenza Archivistica di Cagliari, che ne hanno consentito il riconoscimento ufficiale.
Una restituzione a regola d’arte, dunque, che avvalora l’importanza non solo del bene perduto e ritrovato, ma anche dell’opera di sensibilizzazione che le articolazioni del Comando dei Carabinieri compiono quotidianamente con i responsabili degli Uffici diocesani, anche attraverso la divulgazione e pubblicazione delle “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici”, realizzata dal Comando stesso nel 2014 con lo scopo di diffondere e valorizzare le iniziative di inventariazione e censimento delle Diocesi.
“Senza informazione e conoscenza non si può tutelare il nostro patrimonio, per questo è importante effettuare una continua ricognizione fisica dei beni detenuti”, ha aggiunto il comandante Montorsi, sotto la completa approvazione del procuratore della Repubblica del Tribunale di Cagliari, Maria Alessandra Pelagatti, e dell’arcivescovo Arrigo Miglio, che fa un appello con la speranza che possa maturare una nuova coscienza circa la tutela e la conservazione del patrimonio culturale: “Chi ha in qualche modo sottratto degli atti dall’Archivio, è bene che capisca che riportarli alla loro sede storica non significherà perderli : permetterà semmai la loro fruizione anche al resto della comunità, depositaria quanto lui dell’intero patrimonio artistico e culturale che ci è stato tramandato e che abbiamo il dovere di tramandare intatto ai nostri posteri”.
Laura Pisano
(admaioramedia.it)