“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” cantava Fabrizio de Andrè. Potrebbe forse essere questa la colonna sonora adatta a fare da sfondo al brillante progetto “Street Art Sardinia”, nato con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica in molte zone disagiate della Sardegna (dove si registra un tasso del 25,8% di abbandono scolastico, il più alto di Italia) e di sensibilizzare l’opinione pubblica circa le conseguenze del fenomeno stesso, riguardo al quale le varie istituzioni, scuole ed associazioni rivestono un’importanza determinante.
Il progetto complessivo decollerà verso fine maggio e si snoderà in via sperimentale nell’arco di sei mesi, partendo dai difficili quartieri cagliaritani di Is Mirrionis, San Michele e Sant’Avendrace, dove il tasso di abbandono scolastico, analfabetismo e disoccupazione è allarmante. “Quello della dispersione scolastica – sostiene l’assessore Yuri Marcialis – è un tema molto caro all’Amministrazione comunale, che per combatterla ha impegnato risorse importanti, passate da 230.000 a 1.120.000 euro in fase di assestamento di di bilancio”.
Il progetto intende coinvolgere ragazzi dai 10 ai 17 anni, individuati tramite contatti diretti con i Servizi sociali e le varie scuole territoriali, attraverso due importanti strumenti particolarmente vicini agli interessi dei giovani: laboratori artistici e sport di strada (basket, calcio e kung fu), che si svolgeranno presso una sede apposita, in un clima di serena collaborazione ed operatività che faccia sentire ciascuno protagonista della propria crescita al fine di sviluppare capacità comunicative ed espressive nonché autostima e motivazione personale. Metteranno a disposizione la loro arte graffitari e writer, che coinvolgeranno i ragazzi nella pittura di murales su case fatiscenti dei quartieri, dando modo di esprimere il loro mondo interiore; ma anche rapper e musicisti, affinché possano essere testimoni del loro passato, spesso gravoso, attraverso la musica, i giochi di parole e la ‘poesia di strada’. Alcuni registi, tra cui il cagliaritano Mario Giua Marassi, coinvolgeranno poi i giovani nella realizzazione di un cortometraggio in tutte le sue fasi, per avvicinarli al mondo della cultura e dell’arte creando un ‘cinema di quartiere’, dove i protagonisti saranno proprio i ragazzi stessi, con le proprie emozioni ed il proprio vissuto.
La supervisione e la verifica dei laboratori sarà affidata all’associazione Elèt eventi, che ha partorito l’idea del progetto stesso: “Street art Sardinia è un’iniziativa che vuole coinvolgere in maniera diversa ed originale tutti quei ragazzi che portano dentro disagi e situazioni difficili, nei confronti dei quali, talvolta, la programmazione scolastica non va incontro – ha spiegato il presidente dell’Associazione, Ignazia Concas – per la sua realizzazione ci siamo ispirati ad un altro progetto, sviluppatosi qualche anno fa a Palermo per promuovere il recupero scolastico nel malfamato quartiere di Borgo vecchio. È previsto, infatti, un confronto nel convegno finale con l’associazione onlus siciliana “Per Esempio”, durante il quale verranno riportati i risultati dei laboratori.” Al momento, sono coinvolti nel progetto l’istituto professionale “Sandro Pertini” a cui a breve si aggiungeranno ufficialmente due istituti comprensivi (“Satta – Spano – De Amicis” e “Giusy Devinu”) e con buone probabilità il tecnico “Grazia Deledda”. “L’auspicio è che il progetto possa avere una continuità nel tempo, portando al conseguimento di risultati soddisfacenti“, confida Concas.
Particolarmente sensibili all’argomento anche lo scrittore Massimo Granchi, autore di “Occhi di sale”, e Stefano Ledda, direttore artistico del Teatro Sant’Eusebio, uniti nel sostenere un’iniziativa capace di “raccontare, finalmente in modo diverso e privo di qualsiasi etichetta, quei piccoli microcosmi all’interno della città, ricchi di luce ma da sempre considerati pieni di ombre.”
Laura Pisano
(admaioramedia.it)