Un disabile telefona al Numero verde per ritiro rifiuti ingombranti del Comune di Cagliari. Deve consegnare un bidet in ceramica, una scopa aspirapolvere, un ferro da stiro con caldaia.
Dopo più di 10 minuti di attesa, nonostante sia secondo in lista, risponde una ragazza. Le spiega l’esigenza chiedendo, come disabile, di ritirare a casa. Risposta: i sanitari non vengono ritirati e, inoltre, vanno consegnati solo dopo averli fatti a pezzi, come materiale edile. L’aspirapolvere e il ferro da stiro non vengono ritirati, ma consegnati all’Isola ecologica mediante Ecocard personalizzata. Viene spontanea una domanda: un cittadino di Cagliari perché deve pagare una Tari tra le più care d’Italia? Un disabile, secondo il call center, deve incaricare una persona per fare tutto questo, soprattutto rompere il bidet? Quei due o tre addetti che stanno nei luoghi di ritiro, non potrebbero romperlo loro? Troppo lavoro e fatica?
Non basta, anche per far portare i vari contenitori giù nel marciapiedi e farli riportare in casa, un disabile che vive solo deve pagare una persona per fare queste operazioni giornaliere. Mentre per le aziende che hanno vinto le gare per il ritiro di carta, plastica, lattine, vetro, umido, (esigendo che tutto sia sciacquato e pulito), è un business, perché non ritirano tutto a loro spese? Perché devono pagare i cittadini?
Poi ci meravigliamo che nelle strade ci siano tanti rifiuti ingombranti? Pensiamo che in futuro la Tari non sarà ridotta, e che il Comune la utilizzi anche per altri servizi. Infine, dal call center si apprende che i codici a barre consegnati a tutte le famiglie non sono ancora utilizzabili! Fino a quando? Non si sa…
Romano Satolli – Presidente Unione nazionale Consumatori Sardegna
(admaioramedia.it)