Esattamente un anno fa, la Giunta dei cacciatori di medaglie si faceva vanto del titolo di “Città europea dello Sport”, un titolo a pagamento che non ha grande importanza. Anche perché non basta riempire Cagliari di attrezzature sportive per trasformarla in una palestra all’aperto.
Ora, hanno trovato un altro titolo da inseguire (“Capitale europea della sostenibilità”) e con esso ben 350mila euro. A tanto ammonta il premio in questione e questo potrebbe essere positivo, anche se spaventa il fatto che quei soldi potrebbero venir spesi male. “L’Unione europea ha sempre sottolineato l’importanza delle autorità locali nello sviluppo sostenibile, e quanto il loro impegno sia stato decisivo e trainante all’interno delle politiche sull’ambiente. Per promuovere e riconoscere tali meriti, nel 2008 è stato istituito l’Egca: European green capital award, un premio per le città europee che hanno adottato comportamenti esemplari in termini di sostenibilità ambientale”: questo è ciò che si riporta in merito al premio. Le candidature verranno valutate sulla base di una serie di indicatori e, a ben guardarli, non mi pare che Cagliari sia perfettamente a posto con quanto richiesto in tema di sviluppo sostenibile. Non mi pare siano stati adottati comportamenti esemplari in termini di sostenibilità ambientale.
Andiamo ad esaminare i dieci indicatori in dettaglio. 1) Trasporti: non basta tracciare piste ciclabili per dire che si sta puntando ad una mobilità sostenibile dal punto di vista ambientale e della qualità della vita. I risultati delle azioni non possono essere valutati con i chilometri di piste realizzate ma con l’effettivo utilizzo delle stesse e quanto queste abbiano contribuito alla riduzione del traffico veicolare. Ad esempio, ancora grida vendetta lo sperpero di risorse per gli attraversamenti ciclabili in rasocrete: quel materiale rosso che deturpa diverse strade e incroci cittadini, è costoso ed ha già subito danni, spesso intervallato da semplice asfalto per via di interventi stradali da parte di terzi. Possibile che ancora, nonostante le rassicurazioni dell’Assessore competente, non sia stato ripristinato il rasocrete mancante? A questo possiamo aggiungere lo stato del manto stradale in gran parte della città, asfalto mancante con buche pericolose. Nonostante il global service per la gestione delle strade. Ancora, vogliamo parlare delle interruzioni alle linee del Ctm causate da interventi di pedonalizzazione fatti con i ‘piedi’ e giusto per trasformare quelle zone in ‘dependance’ di bar e ristoranti o per dare vita a sagre di ogni tipo? Con questi interventi si è contribuito a rendere meno efficace e interessante il servizio di trasporto urbano. Per non parlare degli effetti nefasti sul traffico veicolare privato. Unica nota positiva, ma solo per i grandi meriti dei privati, è il car sharing che, pian piano, amplia costantemente l’offerta rendendola interessante ed utile. Quindi, possiamo dire che alla voce trasporti non si dovrebbe avere una valutazione positiva.
2) Aree urbane verdi: in questo possiamo raggiungere una buona valutazione perché Cagliari ha grandi zone verdi e parchi. 3) Produzione e gestione dei rifiuti: questa è una nota dolente, solo per la scelta fatta dovrebbero scartare la domanda. Si è optato per un sistema costoso che costringe il cittadino, versione suddito, a lavorare per l’Amministrazione pagandola e a trasformare case e condomini in isole ecologiche. Un sistema che costringe, nonostante la possibilità di soluzioni diverse, a spostare le auto dalle strade per le operazioni di pulizia. Un sistema che contribuisce, visto il sistema di raccolta, ad incrementare traffico e inquinamento. 4) Natura e biodiversità: qui Cagliari è una città fortunata per la posizione in cui si trova e per i doni ricevuti da una natura sin troppo generosa. Generosa ma anche ostile a causa di interventi deleteri posti in essere negli anni e da iche si son rivelate essere peggiori del ‘buco’. Quindi, diciamo che, su questa voce, c’è poco di positivo.
5) Aria: grazie al maestrale che spazza spesso e volentieri la città, la qualità dell’aria è buona anche se le scelte nefaste in tema di trasporti (adesione folle al culto del traffic calming con conseguente restringimento delle strade e l’eliminazione dei parcheggi) hanno contribuito ad aumenti del traffico e del conseguente inquinamento. Inquinamento dovuto non solo al traffico veicolare ma anche alla vetustà di gran parte degli impianti di riscaldamento presenti negli stabili cittadini. 6) Consumo dell’acqua: ancora poco si è fatto per il riciclo dell’acqua, ma qui sarebbe bene rivolgersi ad altri (ad esempio, Abbanoa) e ancor meno per la sostituzione programmata delle tubazioni tanto che le perdite idriche sono cosa quotidiana. Nulla, ad esempio, ancora si è fatto per la raccolta e il riutilizzo dell’acqua piovana nei parchi cittadini. 7) Trattamento delle acque reflue: vedi punto precedente. 8) Eco-innovazione ed impiego nel settore della sostenibilità: soprassediamo. 9) Gestione dell’ambiente da parte delle autorità locali: idem come sopra.
10) Prestazioni energetiche: tolti il certificato verde e la sostituzione delle lampade dei lampioni con lampade led, sì è ancora lontani dall’essere un Comune innovativo e verde. Ad esempio, sembra che ancora non sia stato collaudato l’impianto fotovoltaico installato sul tetto della Municipalità di Pirri. Non ha senso spendere soldi in questo modo. Tanto si potrebbe fare in questo settore, rendendo produttivi i tetti di tutti gli stabili comunali ma sembra che non si riesca ad andare oltre le dichiarazioni d’intenti.
Anche alla luce degli ultimi accadimenti, ha senso parlare di sostenibilità in una città che sta diventando sempre meno vivibile e sostenibile? Probabilmente, pur vincendo, si rischierebbe di buttare alle ortiche altre risorse e solo per appuntarsi l’ennesima medaglia di latta. Prima si apriranno gli occhi e si andrà oltre la fuffa e meglio sarà.
Pierluigi Mannino – Consigliere comunale di Cagliari di Fratelli d’Italia
(admaioramedia.it)