Dello sportivo di razza, Piero Caravano aveva soprattutto il fisico; alto e snello, letteralmente pazzo per il mare della sua città, che amava profondamente. Piero scriveva di sport perché lo sport, quello vero, lo aveva praticato fin da ragazzo. Al mattino le lunghe nuotate e le interminabili sfide a pallanuoto nel mare di Su Siccu a Cagliari; di fronte all’Istituto Nautico che frequento’ in classe con mio Padre. E fu proprio il mio Papà a parlarmi di quel ragazzo così educato e cosi patito di sport. Educato e generoso come Piero è sempre stato con i colleghi, specie i più giovani ai quali dispensava racconti e consigli, entrambi mai ovvi o banali. E poi l’impegno profondo nell’Ussi, che contribuì a fondare e a difendere. La nostra professione gli deve molto; ciao Piero, collega galantuomo.
Passione e stile. Antonio Capitta era così, al netto di un carattere non proprio facilissimo. Battuta pronta e complimenti ridotti al minimo, ma capace di riconoscere il vero talento, distinguendolo dai raccomandati e dai lecchini, anche nella nostra professione. Ho condiviso con Antonio il lavoro in redazione al Tg di Videolina, spesso godendo dei suoi racconti, sempre della sua amicizia. Oggi tutti lo ricordano, giustamente, per le sue puntuali e appassionate cronache sportive; io ho avuto il privilegio di lavorare franco a fianco in Corte d’assise al processo Manuella; anche lì autore di cronache precise, complete e puntuali. Campione di onestà intellettuale e prodigo di amicizia. Mi mancherà.
Andrea Frailis
(admaioramedia,it)