E’ tra le promotrici del progetto “Ponte per la Siria”, realizzato insieme all’associazione culturale “Mameli7” ed all‘associazione siriana “Al Salam wa al Mouasat” (Pace e Misericordia) e sabato 17 dicembre, alle 10.30, al Ceasar’s Hotel (via Darwin, 2) a Cagliari, la giornalista Alessandra Mulas, reporter ed analista geopolitica, sarà protagonista dell’incontro “Cronache dalla Siria: una guerra importata”, che vedrà la partecipazione anche di Ouday Ramadan, opinionista in alcune televisioni internazionali ed esperto delle questioni mediorientali, e dei giornalisti della Televisione Araba Siriana, Fatima Jeroudiah (conduttrice ed inviata di guerra) e Waddah Sawadah (giornalista e regista), i primi ad ottenere un visto dall’inizio del conflitto in territorio siriano.
“Sono sarda, nata e Cagliari, e il mio cuore e la mia anima sono profondamente legati alla Sardegna – spiega Mulas – Nessuno può comprendere davvero cosa significhi guardare dal finestrino di un aereo e riconoscere i colori di questa terra; non credo di sbagliare quando dico che non ho mai visto tante bellezze naturali raggruppate tutte insieme! Mi ha molto emozionato poter partecipare, insieme al Coordinamento per la Siria di Cagliari, ad un’iniziativa così importante. Regalare alla mia città eventi internazionali per me è doveroso e lo faccio con tanta passione. La Sardegna merita di essere messa al primo posto in tutte quelle tematiche che riguardano il Mediterraneo. È sempre stata terra di conquista per la sua posizione geografica e ritengo che sia il luogo ideale per trattare argomenti che in qualche modo si ripercuotono pesantemente anche nel suo territorio”.
Qualche polemica è stata sollevata per la presenza dei due giornalisti della televisione siriana filogovernativa: “Credo che di voci contrarie al presidente Assad se ne sentano quotidianamente nelle televisioni, ma io non ho mai pensato a uno schieramento. Al contrario ritengo che possa essere una voce valida ed efficace conoscere verità che troppi continuano a tacere. Da parte mia, sono stata in Siria tante volte, non vi sono schieramenti, sono una giornalista e cerco di dare sempre una visione oggettiva del mio lavoro. Purtroppo però, come nel caso di Cagliari, c’è qualcuno che vuole imporre il pensiero unico”.
Il riferimento è agli ostacoli creati per la concessione di una sala comunale, che ha costretto il Coordinamento per la Siria di Cagliari a cambiare la sede dell’incontro: “Alcune lobby cercano di boicottare iniziative che hanno una visione differente dalla loro e proprio nella mia città, ahimè con il favore delle istituzioni, volevano fermare questa Conferenza con presunte accuse … Credo non sia questo il modello da adottare in un sistema democratico. Esiste il dialogo ed esiste un pensiero differente che può essere non condiviso, questo rientra nella libertà di ognuno. Comunque la Conferenza si farà in una location diversa”.
Il progetto “Ponte per la Siria” ha permesso anche di consegnare un’ambulanza ed un ambulatorio odontoiatrico mobile completo che, con la collaborazione di alcuni dentisti siriani, girerà la Siria per offrire assistenza gratuita alla popolazione: “Mi pare che in tutto questo ci sia molta poca politica e tanto desiderio di andare in soccorso di chi soffre. Lascio pertanto alle lobby e a chi vuole combattere sempre e comunque anche quando si tratta solo di proporre una riflessione solo perché non è allineata al loro pensiero”.
Gianni Dessì
(admaioramedia.it)