Anche quest’anno, durante lo scorso fine settimana, il centro culturale Lazzaretto di Cagliari ha ospitato la manifestazione “Le lesbiche si raccontano”, all’interno della quale è stato realizzato un laboratorio per bambini dai 5 ai 10 anni, “Passaporta per quale futuro?” in collaborazione con le Famiglie arcobaleno. Tra i passaggi anche “Il momento magico: storie per mettere in discussione il genere”, durante il quale era previsto il gioco del travestimento con l’obiettivo dichiarato, figlio della ‘teoria gender’, di “mettere in discussione il genere”: per esempio, consentendo ai maschietti di vestirsi da principesse ed alle femminucce da principi azzurri.
“I bambini non sono cavie per i vostri esperimenti: ve lo ricordiamo anche quest’anno”: questo il testo dei volantini distribuiti dai militanti di CasaPound all’ingresso del Lazzaretto per contestare il laboratorio. “Oltre il ‘laboratorio di travestimento per bambini’ , anche il ‘gioco del rispetto’, noto per le polemiche suscitate nelle scuole di Trieste che portarono il sindaco ad abolirlo lo scorso luglio. ‘Gioco’ che, dando uno sguardo alle ‘Linee guida del gioco’, tratta la ‘trasformazione di genere’ e l’obiettivo dichiarato di ‘problematizzare i ruoli tradizionali nei quali bambini e bambine sono ingabbiati al fine di contrastarne l’adesione’ , inoltre le varie componenti del ‘gioco sono intitolate ‘Sarà maschio o sarà femmina?’, ‘Osservo e gioco al contrario’, ‘Il momento magico: storie per mettere in discussione il genere’ ecc.”.
“Contestiamo – si legge in una nota di CasaPound – che all’interno dell’evento gay, finanziato con fondi pubblici in spazi pubblici, si possano svolgere attività per bambini a dir poco ambigue e confusionarie contemporaneamente a laboratori di travestimento come il ‘drag kinging’. I bambini entreranno nello stesso edificio in cui sarà eseguito il laboratorio che ‘mette in discussione il binarismo di genere e sposta i confini dell’identità sessuale’ attraverso il travestimento, in quei momenti”.
“Chiediamo al sindaco Zedda, al presidente della Regione Pigliaru ed agli organi dell’Ersu di fare chiarezza sul ruolo che hanno avuto nel concedere locali pubblici e fondi pubblici per la realizzazione di tali attività e se fossero a conoscenza di quelle rivolte ai bambini”. (red)
(admaioramedia.it)