Nello scorso mese di aprile, la testimonianza di una giovanissima nigeriana di appena 15 anni (Sweet), giunta a Catania nel mese di marzo a bordo di una nave della Guarda Costiera romena, che l’aveva recuperata al largo delle coste libiche insieme ad altri immigrati, aveva consentito l’apertura di un’indagine, coordinata dalla Dda di Catania ed avviata dalla Squadra Mobile catanese, su un giro di prostituzione legato al fenomeno dell’immigrazione clandestina.
La ragazza aveva raccontato di aver conosciuto in Nigeria, tramite una parente, una coppia sposata di connazionali che vivevano in Italia e che si erano offerti di organizzarle il viaggio verso l’Italia, dove l’avrebbero accolta. Convinta dalle parole dei due, Sweet, per sfuggire alle condizioni di povertà della propria famiglia, aveva accettato, assumendo un debito di 30mila euro verso i due, debito che, secondo i piani dei connazionali, avrebbe dovuto ripagare prostituendosi. Nel racconto, anche i dettagli di un rito voodoo, realizzato nella casa di un “Ju Ju man” a Benin City, durante il quale aveva conosciuto un’altra giovanissima ragazza (Beauty), insieme alla quale avrebbe dovuto affrontare il viaggio verso l’Italia, seppure, una volta arrivate, le due ragazze erano state separate.
Le indagini hanno consentito di acquisire alcune prove a conferma del suo racconto, infatti emergevano ripetuti riferimenti a Sweet come vittima della tratta, ma anche all’altra connazionale Beauty. I due, inoltre, avvalendosi di una complice in Nigeria (fungeva da reclutatrice/selezionatrice delle giovani vittime e da ‘cassiera’ con continue rimesse di denaro), realizzavano agevolmente il traffico di giovani connazionali da far prostituire in Italia ed erano continuamente alla ricerca di nuove ragazze. Per farle arrivare in Italia, si appoggiavano ad alcune persone in Nigeria ed in Libia. La presenza della complice in Nigeria consentiva anche di poter minacce e promettere rappresaglie ai danni dei familiari di Sweet, così da costringerla ad allontanarsi dalla comunità per minori, dove era stata assegnata dalle Autorità italiane. Ed infatti, le intimidazioni erano riuscite nell’intento e la minore, terrorizzata dai racconti dei familiari, aveva abbandonato la struttura che la ospitava per raggiungere i suoi aguzzini, anche se poco dopo era stata rintracciata da agenti della Squadra mobile e nuovamente alloggiata in una struttura protetta.
Ieri, in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, i due sono stati rintracciati a Cagliari, dove gli agenti della Squadra mobile di Catania e Cagliari hanno arrestati la coppia di nigeriani (35enne lui e 27 lei) per tratta di persone e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con le aggravanti di avere esposto a pericolo la vita o l’incolumità delle persone trasportate (le hanno fatte imbarcare su natanti stracarichi e privi di qualsiasi dotazione di sicurezza) e di avere agito al fine di reclutare persone da destinare alla prostituzione o, comunque, allo sfruttamento sessuale. Nella loro abitazione cagliaritana sono state trovate altre due giovanissime cittadine nigeriane, una delle due era Beauty. I due sono stati accompagnati nel carcere di Uta. (red)
(admaioramedia.it)
3 Comments
Roberta Rossi
@COISPpolizia @Viminale
ALMENO QUESTI DELINQUENTI si possono imbarcare su un aereo per la Nigeria, come INDESIDERABILI?❔❓🚫👎
Beppe Max
Non è vero… siete razzisti e populisti….
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