Era vittima da tempo di minacce ed atteggiamenti da parte dal padre, che aveva riavvicinato per concedergli un’altra possibilità dopo che, nel 2010, si era allontanata a seguito del tentato omicidio nei confronti della madre, reato per il quale il genitore aveva già scontato una pena in carcere.
L’uomo, una volta tornato in libertà, aveva in più occasioni assunto atteggiamenti morbosi e verbalmente aggressivi nei confronti della figlia, presentandosi spesso ubriaco e minacciandola di morte. Intimidazioni avvenute anche attraverso la minaccia di morte con una motosega. Continue e reiterate violenze psicologiche e fisiche, che l’avevano indotta a cambiare le proprie abitudini ed a temere per la propria incolumità e quella dei suoi familiari. Quando la donna si è convinta a denunciare il padre, gli agenti hanno arrestato e condotto in carcere il 47enne N.M. per atti persecutori.
La Polizia dedica particolare attenzione ai fenomeni di violenza nei confronti delle donne, dei minori e dei soggetti più vulnerabili. Gli episodi più cruenti spesso si consumano proprio all’interno delle mura domestiche e purtroppo, sovente, le vittime tendono ad assumere un atteggiamento remissivo ed a non voler denunciare per paura o per vergogna i soprusi subiti. A volte anche assuefatte dal clima di omertà che si erge all’interno del nucleo familiare e che col passare del tempo sembra essere sempre più impenetrabile. Proprio per distruggere queste barriere e dare consapevolezza alle vittime, così da procedere in maniera efficace alla repressione dei fenomeni di violenza, sono quotidianamente impegnati gli agenti in servizio nei vari uffici della Questura, anche attraverso iniziative come il progetto camper “Questo non è amore” contro tutte le forme di violenza di genere. (red)
(admaioramedia.it)